Un solo processo deciderà le sorti degli imputati dell’inchiesta “Università bandita”, scaturita dall’indagine della Digos della questura di Catania che mise a nudo uno degli scandali più eclatanti nel sistema che governa le carriere universitarie. Ieri pomeriggio i due tronconi sono stati riuniti in un solo dibattimento, che sarà presieduto dalla presidente della seconda sezione penale del tribunale Enza De Pasquale, a latere i giudici Scalia e Gennaro. Subito dopo sono state trattate le questioni preliminari, nel corso delle quali sono state escluse due parti civili, e si è proceduto con le richieste di prova ed in particolare la trascrizione delle intercettazioni su richiesta dei pubblici ministeri Marco Bisogni, Raffaella Vinciguerra e Santo Di Stefano. Su questo punto i legali degli oltre cinquanta imputati si sono riservati eccezioni preliminari che saranno trattati nell’udienza del 29 novembre prossimi.
Al momento la seconda sezione del tribunale non si occuperà del reato di associazione per delinquere finalizzata alla turbativa dei concorsi perché è in pendenza una decisione della Corte d’appello alla quale la Procura ha presentato ricorso, in quanto in sede di udienza preliminare il gup Marina Rizza aveva deciso il non luogo a procedere per quel reato.
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