Gli sversamenti deliberati o accidentali di idrocarburi in mare rappresentano una problematica non indifferente per la tutela del mare Mediterraneo.
Al fine di rilevare e tracciare gli sversamenti, e di conseguenza ottimizzare gli interventi di tutela e salvaguardia ambientale, i ricercatori degli atenei di Palermo, Catania e Malta e degli enti di ricerca Ispra, Arpa Sicilia e Cnr-IAS hanno realizzato dei sistemi sofisticati e innovativi nell’ambito del progetto Interreg VA Italia-Malta “Beyond Calypso”.
E venerdì scorso, nei locali del Grand Hotel “Villa Itria” a Viagrande, i sistemi sono stati illustrati in occasione di un seminario dal titolo “Tecniche di rilevamento e tracciamento dello sversamento in mare di idrocarburi ai fini della mitigazione dell’impatto ambientale”.
Il progetto Beyond Calypso, infatti, è finalizzato a espandere notevolmente – massimizzando l’utilizzo dei risultati ottenuti dal progetto Calypso South – le aree di studio e le capacità di osservazione attraverso l’ottimizzazione delle procedure di modellizzazione per il monitoraggio degli sversamenti di idrocarburi.
Ad aprire i lavori il prof. Rosario Sinatra, responsabile scientifico per l’Università di Catania, insieme con il prof. Giuseppe Ciraolo dell’Università di Palermo, coordinatore del progetto Beyond Calypso.
Proprio il prof. Giuseppe Ciraolo si è soffermato sul tema “Metodi e tecniche di rilevamento degli sversamenti di idrocarburi ‘oil spill’ in mare”.
«Il progetto Beyond Calypso si prefigge di capitalizzare i risultati ottenuti dai precedenti progetti della stessa serie e, in particolare, il progetto Calypso South. Beyond Calypso è focalizzato sul problema degli sversamenti deliberati o accidentali di idrocarburi in mare – ha spiegato il docente dell’ateneo palermitano nel corso della sua relazione -. È chiaro che la precisa conoscenza delle correnti marine superficiali è essenziale per la messa in atto di misure di contenimento e mitigazione del danno ambientale in caso di tali sversamenti».
«Beyond Calypso ha consentito al partenariato di acquisire una flotta di venti drifters superficiali essenziali per il rilevamento diretto del movimento delle correnti marine superficiali – ha aggiunto -. I drifters sono essenzialmente degli oggetti galleggianti di piccole dimensioni equipaggiati con un sistema di posizionamento satellitare GPS e un modem satellitare IRIDIM per l’invio dei dati anche in mare aperto».
«Questi oggetti si muovono liberamente trasportati dalle correnti marine consentendone il tracciamento – ha tenuto a precisare il prof. Giuseppe Ciraolo -. Il loro rilascio in occasione di emergenze e di sversamenti è di sicuro supporto agli enti preposti al coordinamento degli interventi di mitigazione del danno, in Italia è la Guardia Costiera. I dati sulle correnti tracciate dai drifters sono inoltre utili per la calibrazione di modelli che descrivono numericamente l’idrodinamica dei corpi idrici. L’integrazione e il confronto di misure dirette e modelli costituisce uno degli obiettivi principali del progetto».
A seguire sono intervenuti Fulvio Capodici dell’Università di Palermo sul tema “Catena di rilevamento e modellazione degli sversamenti di idrocarburi oil spill a supporto delle azioni di mitigazione”, mentre Salvatore Aronica e Marcello La Guardia del Cnr IAS di Capo Granitola si soffermeranno su “Tecniche di detection e tracking di sversamenti petroliferi oil spill”.
In chiusura gli interventi degli stakeholders: Giuseppe Schembari della Protezione Civile Comunale di Ragusa (responsabile presidio “Soccorso in mare”), Santina Bianca (Legambiente Palermo) e Giuseppe Sgroi (Legambiente Catania), Giuseppa Adamo di FederPesca Mazara del Vallo e il C.V. (CP) Fabrizio Coke della Direzione Marittima di Catania.
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