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Un progetto per smaltire gli arretrati dei processi: coinvolto anche il tribunale di Catania

“Giustizia Smart: Strumenti e modelli per ottimizzare il lavoro dei giudici – JustSmart”, uno dei sei macro-progetti ammessi al finanziamento dalla Direzione Generale per il Coordinamento delle politiche di coesione del Ministero della Giustizia nell’ambito del bando per “la diffusione dell’Ufficio per il Processo e l’implementazione di modelli operativi innovativi negli uffici giudiziari per lo smaltimento dell’arretrato”

Uffici giudiziari più efficienti e più produttivi grazie alla creazione di apposite task force che provvederanno a mappare le cause pendenti e favorire così lo smaltimento degli arretrati dei processi. Ma anche ad attivare percorsi di formazione specializzata e a sperimentare nuovi modelli di intelligenza artificiale.

Sono solo alcuni obiettivi di “Giustizia Smart: Strumenti e modelli per ottimizzare il lavoro dei giudici – JustSmart”, uno dei sei macro-progetti ammessi al finanziamento dalla Direzione Generale per il Coordinamento delle politiche di coesione del Ministero della Giustizia nell’ambito del bando per “la diffusione dell’Ufficio per il Processo e l’implementazione di modelli operativi innovativi negli uffici giudiziari per lo smaltimento dell’arretrato”.
Un investimento di oltre 51 milioni che coinvolge 57 atenei italiani – suddivisi in sei macro-progetti – per avviare un’attività in stretto raccordo tra le università beneficiarie e gli uffici giudiziari dei territori e con il Ministero della Giustizia.

Il progetto “JustSmart” – di cui l’Università di Palermo è capofila di un partenariato composto anche dagli atenei di Catania, Messina, Cagliari e Sassari – coinvolge i tribunali e le Corti d’Appello dei distretti giudiziari di Cagliari, Caltanissetta, Catania, Messina e Palermo e mira all’elaborazione di un modello operativo dell’Ufficio per il Processo negli uffici giudiziari interessati. Grazie al progetto gli atenei coinvolti in “JustSmart” potranno bandire assegni e borse di ricerca per oltre 5 milioni di euro.

“In particolar modo dall’analisi quali-quantitativa dell’arretrato esistente nei vari Uffici per il processo istituiti si opererà alla distribuzione dei fascicoli tra tribunali e corti d’appello per sezioni o macrotemi grazie all’utilizzo di nuovi modelli sperimentali di intelligenza artificiale che supportino i “decisori” – spiegano i docenti Vania Patanè e Sergio Fichera, responsabili scientifici per l’ateneo catanese -. I sistemi prevedono, infatti, l’applicazione di Big Data, Machine Learning, test analysis e feature extraction che favoriranno, rendendola più veloce, la fase di assegnazione dei fascicoli tramite una accurata disamina preliminare e redazione di una minuta di provvedimento secondo modelli standardizzati a livello di Ufficio per il processo e al magistrato con una visione dettagliata dei contenuti e la possibilità di effettuare ricerche su metadati e documenti precedenti riconducibili allo stesso ufficio giudiziario”.


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