Batte forte il cuore di Catania, batte per la sua Patrona, batte per la gara su strada che riesce ad esaltare e regalare emozioni in un contesto di festa, legato alle celebrazioni “agatine”. Nel giorno del rito della benedizione delle candele, il Trofeo Sant’Agata, irrompe sulle strade dei catanesi, con i suoi atleti rampanti, con una corsa che al tempo stesso è sport, tradizione e che ben si lega alla kermesse che infiammò il centro etneo dal 1960 al 2011.
Bravi, gli organizzatori a credere nel nuovo corso e a ridare ogni anno che passa, maggiore linfa e slancio alla manifestazione sportiva, vanto e patrimonio di una intera regione.
Lo start alle 15:13, da via Vittorio Emanuele, in un clima tutto sommato ideale per gareggiare. Sessantasei tra atleti e atlete in gara, 9800 metri per gli uomini, sette giri tutti di un fiato, perché tra basolato e sanpietrini non puoi distrarti. Quattro invece i giri per le donne, 5600 metri di pura adrenalina. Il catino del centro storico di Catania, imperlato dal Barocco si fa bolgia, le gente dietro le transenne quasi sfiora gli atleti.
A vincere e a scrivere per la prima volta il loro nome nell’albo d’oro del Trofeo Sant’Agata, sono l’azzurro Pietro Riva secondo italiano di sempre ad aver corso sotto i 60’ la mezza maratona e la keniana Emily Chepkemoi Cheroben che in queste prime settimane del nuovo anno ha fatto incetta di successi. A Riva, va il trofeo intitolato alla memoria di Marco Mannisi, l’ideatore del “Sant’Agata” e mecenate dello sport a Catania.
Il premio per l’atleta keniana è invece nel ricordo di Giuseppe Iuppa, presidente della Libertas Catania, società che segnò la storia dell’atletica catanese. Sul podio come da tradizione del Trofeo Sant’Agata, salgono i primi cinque uomini e le prime cinque donne.
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