Dall’inizio dell’anno, i Carabinieri di Sicilia hanno dedicato uno sforzo specifico all’azione di contrasto ai traffici e alle detenzioni illegali di armi e munizioni, mettendo in atto una serie di controlli a tappeto, sia nei quartieri periferici delle città metropolitane, sia nelle aree rurali. Perquisizioni e posti di blocco nei luoghi e negli obiettivi ritenuti più sensibili, nonostante i molteplici impegni che vedono in questo periodo di pandemia i militari dell’Arma in prima linea, hanno consentito di deferire alle autorità giudiziarie delle nove province 12 persone in stato di arresto e 16 a piede libero, per reati in materia di porto illegale e detenzione di armi, munizioni e polvere da sparo, con il contestuale sequestro di 16 pistole, 10 fucili, 6 carabine e oltre 800 munizioni, per lo più a seguito di perquisizioni domiciliari e all’interno di veicoli nei posti di controllo attuati lungo le arterie stradali maggiormente sensibili. Molti controlli hanno avuto esito positivo grazie anche all’impiego di unità cinofile per la ricerca di armi e sostanze esplodenti e al supporto dei Carabinieri dello Squadrone Eliportato Cacciatori Sicilia, specializzati in interventi in particolare nelle zone rurali impervie ma anche nelle aree urbane degradate. I rinvenimenti di armi e munizioni sono avvenuti in tutte le province e, in particolare, in quella catanese, con armi sequestrate a Catania, Mineo, Caltagirone, Palagonia, Belpasso. Il quadro delineato evidenzia, dunque, che anche durante l’emergenza sanitaria, non si arresta il possesso illegale di armi da fuoco, da sempre al centro dell’attenzione dei Carabinieri ed è per tale motivo che l’Arma, con la sua rete capillare di presidi, ha intensificato l’azione di prevenzione ed info-investigativa per contrastare tale fenomeno, adottando in ogni provincia dell’Isola mirate strategie di prevenzione e repressione.
Le armi sequestrate, per la maggior parte con matricola abrasa o alterate, spesso rinvenute in casolari abbandonati o nascoste in terreni, sono ora sottoposte ai rilievi balistici, per verificare il loro eventuale utilizzo in fatti di sangue od altri delitti. Per le aree rurali, prezioso e determinante è stato il lavoro svolto dai Carabinieri dello Squadrone Cacciatori per la loro capacità d’intervento nelle zone più impervie ed isolate. Spesso, riferisce il Generale di Brigata Rosario Castello, Comandante della Legione Carabinieri Sicilia, “dietro ad un episodio di rinvenimento di armi, ci può essere anche la mano della criminalità organizzata, che talvolta si avvale anche di individui insospettabili, per occultare grossi quantitativi di armi a disposizione delle cosche. Le ulteriori investigazioni ci daranno contezza su cosa e a chi servivano le armi che sono state rinvenute ma, in questo momento, registriamo la soddisfazione di avere tolto dalla strada armi micidiali, pronte all’uso ed in perfetta efficienza”.
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