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Telefonate, messaggi, pedinamenti e minacce nonostante il divieto di avvicinamento: ai domiciliari

Il 38enne, non propenso ad attuare modifiche del proprio comportamento, avrebbe perseverato in tali atteggiamenti, ponendo anzi in essere condotte minacciose e violente nei confronti dell’ex compagna, tempestandola di telefonate e messaggi sul cellulare "… sangue te ne devo fare buttare! …"

La Procura Distrettuale della Repubblica di Catania, nell’ambito delle indagini a carico di un 38enne di Valverde, già sottoposto alla misura cautelare del divieto di avvicinamento alla persona offesa in relazione al reato di atti persecutori, ha richiesto ed ottenuto dal Tribunale etneo l’emissione di un provvedimento che ne dispone l’aggravamento con quella degli arresti domiciliari, eseguita dai Carabinieri della Stazione di San Gregorio di Catania.

Le indagini coordinate dal pool di magistrati qualificati sui reati che riguardano la violenza di genere, in uno stato del procedimento nel quale non è ancora intervenuto il contraddittorio con l’indagato, avrebbero fatto luce sulle condotte reiterate che sarebbero state poste in essere dall’uomo nei confronti dell’ex compagna 35enne.

L’uomo in particolare, non rassegnatosi alla fine del rapporto sentimentale con l’ex compagna, con la quale aveva procreato due figlie adesso rispettivamente di 10 e 13 anni, animato da un’insana e smodata gelosia avrebbe posto in essere una serie di comportamenti, telefonate, messaggi ed anche pedinamenti, che hanno sconvolto la vita privata e la serenità psicologica di quest’ultima, i quali, compendiati all’Autorità Giudiziaria dall’Arma di San Gregorio di Catania, hanno poi portato lo scorso 2 maggio all’emissione a suo carico di un’ordinanza per l’applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari, successivamente però dopo pochi giorni commutata dall’Autorità Giudiziaria in quella meno afflittiva del divieto di avvicinamento, con divieto di qualsiasi comunicazione con la parte offesa.

Ciononostante il 38enne, evidentemente non propenso ad attuare modifiche del proprio comportamento, avrebbe perseverato in tali atteggiamenti, ponendo anzi in essere condotte minacciose e violente nei confronti dell’ex compagna, tempestandola di telefonate e messaggi sul cellulare “… sangue te ne devo fare buttare! … il male che ti arriverà neanche immagini da dove ti arriverà, devi piangere lacrime di sangue! …” e il 12 novembre scorso, successivamente, anche con il danneggiamento dello specchietto retrovisore dell’autovettura della donna. Il veicolo, in particolare, era parcheggiato proprio davanti l’abitazione di quest’ultima quando, intorno alla mezzanotte, la madre della 35enne, in quel momento ospite a casa della figlia, avrebbe notato l’uomo dalla finestra mentre si allontanava correndo, proprio dopo aver sentito uno strano rumore provenire dalla strada.

L’escalation dell’aggressività manifestata dall’uomo, però, ha indotto la 35enne a rivolgersi ancora ai Carabinieri con l’attivazione delle previste procedure per la tutela delle “fasce deboli” che, appunto, hanno consentito a carico del 38enne l’emissione del provvedimento cautelare degli arresti domiciliari, stavolta anche con l’applicazione del cosiddetto “braccialetto elettronico”.


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