Cresce l’attesa per l’appuntamento con Sport Salute e Inclusione, evento, organizzato da Mostra dello Sport Catanese e Pianeta Vacanze Consulting, in collaborazione con l’Unione Sportiva Acli Catania e l’associazione Come Ginestre Onlus Catania, con il patrocinio dell’Ospedale Cannizzaro – Unità Spinale Unipolare, si svolgerà da venerdì 24 a domenica 26 giugno 2022, al parco commerciale I Portali di San Giovanni La Punta (CT).
Integrazione sociale attraverso lo sport, al fine di contrastare ogni forma di discriminazione. Incentivazione dell’inclusione, l’abbattimento di ogni tipo di barriere e molti altri concetti chiave, espressi con dovizia di particolari da due degli organizzatori dell’evento.
Francesco Del Zoppo, vice presidente dell’Unione Sportiva Acli Catania, ente incentrato sulla promozione e avviamento alla pratica sportiva e sociale soprattutto in favore di soggetti che sono un po’ più a rischio di emarginazione sociale: “Purtroppo la Sicilia è sempre coda rispetto a ciò che avviene in ambito nazionale: delle manifestazioni di carattere inclusivo vengono organizzate dalle federazioni paralimpiche, mentre per il mondo degli enti di promozione sportiva si tratta di una novità ed opportunità. Da Roma in giù lo sport inclusivo è in sofferenza. Se non si incentiva il movimento sportivo di base tutto il resto procede a rilento.”
Un evento aperto a tutti: “Il programma è ben definito, sia in termini di partecipazioni di associazioni, società sportive e soggetti del terzo settore, ma essendo un evento aperto a tutti, perché riteniamo che il focus dell’iniziativa sia molto importante, daremo l’opportunità a tutti di inserirsi fino all’ultimo secondo, senza nessuna esclusione”.
Andare oltre: “Il nostro obiettivo è invogliare la ripresa dello svolgimento della pratica sportiva in tutti i contesti con un forte imprinting di sensibilizzazione nei confronti del mondo della disabilità. Lo sport rappresenta una ulteriore possibilità di inclusione ed integrazione sociale, fondamentale nel superamento di pregiudizi, barriere fisiche e concettuali”.
Salvatore Mirabella, presidente dell’associazione Come Ginestre Onlus Catania, da anni impegnata nella promozione della cultura dell’handicap, al fine di migliorare la qualità di vita percepita per tutti: “È un evento carico di contenuti, così come abbiamo voluto costruirlo, puntando sul discorso della inclusione sociale, elemento su cui anche la sanità pubblica punterà nei prossimi anni, attraverso il Pnrr. L’inclusione sociale non si riferisce solo a persone con disabilità, ma è una condizione sociale a cui bisogna costruire la rete sociale. È un evento per la Sicilia intera, ci auguriamo che questo messaggio possa passare in tanti ambiti territoriali e che venga raccolto da più persone possibili, attraverso lo sport che, come amo definirlo, è l’agenzia educativa per eccellenza, e che della inclusione ne fa un cavallo di battaglia, soprattutto nel mondo paralimpico. La salute è uno dei diritti costituzionali, messo al centro di tutto l’evento. La salute è un diritto di tutti, sancito anche dalla costituzione, ma è anche un dovere di noi cittadini, tutti, di far sì che questo diventi una normalità: curare la propria salute attraverso l’attività motoria, ricordando che sport è movimento e il movimento è salute, per tutti. È un diritto che deve essere coccolato e portato avanti da tutti gli operatori socio sanitari, sportivi ed istituzionali”.
Come si abbattono le barriere? “Abbattendo già le barriere culturali, avendo una visione ampia di quel che è il concetto delle barriere fisiche: l’abbattimento di un marciapiede, l’abbattimento di un ostacolo, qualunque abbattimento esista dal punto di vista fisico. Se però non abbattiamo quelle che sono le resistenze, le barriere culturali, gli stereotipi che ci siamo costruiti e che la società, in qualche modo, ci ha fatto costruire non possiamo parlare di abbattimento di barriere. Abbiamo degli esempi nazionali a cui possiamo fare riferimento. In tal senso, l’Emilia Romagna, in tema di socializzazione e inclusione sociale, è una eccellenza; dovremmo ispirarci, anche al campo della sanità, a questo modello che ha dato delle importanti risposte sociali. Noi non abbiamo niente di meno, ma dobbiamo costruire molto. Un esempio banalissimo: ancora oggi, parlando di mobilità, altro elemento di inclusione sociale, siamo sprovvisti di poter circolare semplicemente con mezzi pubblici di trasporto accessibili a tutti, nonostante siano presenti nel territorio. Motivo? Perché c’è una resistenza esterna, parlo di parcheggi, marciapiedi, macchine in doppia o in tripla fila. Quindi, anche se abbiamo degli elementi per rendere la mobilità un motivo di eccellenza da noi tutto diventa un ostacolo insormontabile, perché non c’è cultura e non se ne crea neanche. Purtroppo siamo molto indietro sotto questo punto di vista. Bisogna lavorare attraverso l’abbattimento delle barriere culturali, creando informazione, formazione, formare gli operatori pubblici e privati ed educare al rispetto del buon vivere civile tutti i cittadini”.
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