Questa mattina i Carabinieri del Comando Provinciale di Caltanissetta, nelle Province di Caltanissetta, Agrigento e Catania, hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare, emessa nel corso delle indagini preliminari dal Gip di Caltanissetta su richiesta della locale Dda, nei confronti di 15 soggetti (14 in carcere e 1 agli arresti domiciliari), indagati a vario titolo per il reato di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti.
Le indagini hanno evidenziato la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza in merito all’esistenza di un gruppo delinquenziale, professionalmente ed abitualmente dedito alla perpetrazione di reati in materia di sostanze stupefacenti. Gli indagati, attraverso il continuo approvvigionamento garantito da canali di rifornimento individuati nelle province di Catania e Agrigento, avrebbero gestito una rilevante attività di spaccio di sostanze stupefacenti, vendendo cocaina (ma anche marijuana e hashish) ad assuntori e spacciatori nel territorio di Mussomeli e nelle località limitrofe.
In particolare sono emersi gravi indizi circa la stabilità e la permanenza del rapporto fra i partecipanti, presuntivamente evidenziate: dallo svolgimento costante di una intensa attività di spaccio, idonea al soddisfacimento delle esigenze di un numero indefinito di consumatori e spacciatori nei territori di Mussomeli, Campofranco, Sutera, Acquaviva Platani, Villalba e in zone dell’agrigentino, attività che sarebbe proseguita ininterrottamente nel periodo di osservazione (da ottobre 2019 a giugno 2020) nonostante: le limitazioni alla libertà di movimento dovute all’emergenza sanitaria per la pandemia, le preoccupazioni derivanti dai controlli di polizia svolti nei confronti di clienti e complici, e in qualche occasione, le difficoltà di rifornirsi di stupefacente per la momentanea mancanza di liquidità.
L’attività illecita in esame sarebbe iniziata cinque anni prima delle indagini (per ammissione di uno degli indagati), e con una proiezione futura a tempo indeterminato, come desumibile dalle aspettative dei soggetti coinvolti di poter fare, nell’ambito della propria attività illecita, il salto di qualità, in termini di volume d’affari, grazie alla collaborazione con un fornitore catanese.
Con riferimento alla distribuzione di compiti, gli esiti delle investigazioni hanno evidenziato gravi indizi circa l’organizzazione della presunta associazione, secondo una struttura gerarchica con al vertice un soggetto di Mussomeli, (il capo avrebbe finanziato gli approvvigionamenti di sostanza stupefacente, gestito in prime persona l’attività illecita e organizzato il lavoro dei complici).
Infine occorre sottolineare l’elevato numero dei presunti fatti delittuosi ex art. 73 d.p.r. 309/1990 (oltre duecento capi di imputazione), commessi in un arco temporale di circa sette mesi, indice chiaramente sintomatico del forte vincolo tra gli indagati, che avrebbero adottato un escamotage linguistico per concordare la quantità di droga oggetto della transazione, consistente nella indicazione, da parte dell’acquirente, non già del numero delle dosi che intendeva comprare, ma, fittiziamente, del numero delle persone con cui egli si sarebbe accompagnato, o con riferimenti ad attività o beni leciti.
Nel corso delle indagini, quale attività di riscontro, era stata arrestata in flagranza di reato 1 persona e sequestrati 130 grammi di cocaina e quasi 2 kg. di marijuana
Nel corso delle indagini sono state ricostruite tutte le presunte fasi dell’attività illecita ed in particolare il continuo approvvigionamento garantito da canali di rifornimento individuati nelle province di Catania e Agrigento.
Tra gli indagati anche un 33enne catanese, il quale, tra gli altri, avrebbe svolto funzioni di fornitore della sostanza stupefacente al sodalizio criminale operante nel nisseno.
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