Sono quasi 150 gli studenti e le studentesse che hanno fatto domanda per tentare di divenire allievi ordinari della Scuola Superiore dell’Università di Catania, il centro di alta formazione dell’Ateneo nato nel 1998 con l’obiettivo di selezionare i migliori giovani e offrire loro un percorso di studio che prevede attività di approfondimento, ricerca e sperimentazione.
Lo scorso 31 agosto scadeva infatti il bando di concorso per l’ammissione per il nuovo anno accademico 2023-24, ben presto quindi si terranno i rigorosi test di selezione aperti a coloro che abbiano conseguito un titolo di studio che dia accesso ai corsi di laurea e di laurea magistrale a ciclo unico dell’Università degli Studi di Catania. Venti i posti ‘in palio’, dieci della Classe delle Scienze umanistiche e sociali – 65 le candidature pervenute – e dieci della Classe delle Scienze sperimentali, con 82 aspiranti.
Coloro che riusciranno a superare la selezione, articolata in due prove scritte e una orale che avranno luogo rispettivamente il 14, il 15 e il 18 settembre, verranno immatricolati come allievi della Scuola di eccellenza. Dovranno quindi iscriversi a un corso di laurea o di laurea magistrale a ciclo unico di Unict, e impegnarsi a superare tutti gli esami del proprio corso di laurea entro i termini fissati e con una media di almeno 27/30, a frequentare i corsi interni della Scuola e superare i relativi esami e, infine, a risiedere nel ‘college’ di Villa San Saverio.
I candidati di questa tornata, distribuiti equamente tra uomini e donne, sono quasi tutti siciliani (il 96%), solo il 4% di loro proviene da altre città italiane. Il 57% da Catania e provincia, il 13% da Enna, il 10% da Siracusa, il 6% da Messina e il rimanente 10% dalle altre province dell’Isola.
Il 43% delle aspiranti matricole ha conseguito la maturità scientifica, il 38% proviene dal classico, il 7% da istituti tecnici, il 12% possiede un altro diploma liceale. L’ambito disciplinare più gettonato è quello fisico-matematico-chimico (il 26%), seguito a ruota da quello medico (21%) e letterario-linguistico (20%). Le altre preferenze vanno agli ambiti giuridico (13% dei candidati), ingegneristico (9%), economico (5%), politico-sociale e educativo-psicologico, entrambi con un 3% di opzioni espresse.
«Quest’anno le domande di ammissione sono cresciute del 15% – osserva il presidente della Scuola Superiore Daniele Malfitana -, forse è il momento di inversione che da tempo aspettavamo: in una fase assai delicata, nella quale la formazione universitaria deve essere sempre più proiettata su nuove formule e su un’offerta che guardi alle interazioni tra discipline, competenze e persone, l’idea che più giovani rispetto agli anni precedenti abbiano deciso di investire nel proprio territorio e di rimanere qui per formarsi, ci incoraggia a fare sempre di più e meglio». «La Scuola Superiore etnea – aggiunge Malfitana – è pronta ad accogliere le giovani forze ed è già al lavoro per la costruzione di un’offerta didattica sempre più completa e diversificata, costruita su un’impronta transdisciplinare, capace di permeare menti ed entusiasmi dei nuovi alunni che varcheranno la soglia di Villa San Saverio. L’investimento ministeriale sulle Scuole Superiore riserverà inoltre grandi sorprese alle new entries, in termini di mobilità e di scambi con strutture universitarie di ricerca italiane ed estere. Su questo punteremo molto affinché le sinergie e il mutuo scambio tra scuole e formazioni diverse diventino la regola di un nuovo modo di intendere l’eccellenza».
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