In un’aula consiliare gremita, ieri sera si è insediato il Consiglio comunale di Riposto eletto il 28 e 29 maggio scorsi. Agli assessori Valerio Cucè e Gino Daidone, che si sono dimessi, sono subentrati Pietro Redi e Alfio Caltabiano.
Questa, dunque, la composizione definitiva del consiglio comunale: Lucia Auditore, Alfio Caltabiano, Franco Camarda, Nella Casabella, Carmelo D’Urso, Sara La Rosa, Salvo Leotta, Pietro Redi, Sara Siliato, Claudia Vecchio, Orazio Virgitto, per la lista RilanciAmo Riposto, e Claudia D’Aita, Mario Di Guardo, Mariella Di Guardo, Maria Puglionisi ed Ezio Raciti, per la lista ‘Riposto Cambia’. A presiedere l’assise di avvio della prima consiliatura del sindaco Davide Vasta è stata il consigliere anziano Nella Casabella. Al termine della verifica delle condizioni di eleggibilità e compatibilità dei consiglieri eletti sono iniziate le operazioni per l’elezione del presidente e del vicepresidente del Consiglio comunale. Ad essere eletti sono stati, rispettivamente, Nella Casabella e Salvo Leotta. “Voglio ringraziare tutti i consiglieri comunali sia di maggioranza che di opposizione – dichiara il sindaco Davide Vasta – Sono certo che tutti, ciascuno con il proprio ruolo, lavoreranno per il bene della città”.
La campagna elettorale è finita e noi siamo pronti ad accogliere tutte le proposte, da qualsiasi parte giungano, se vanno in quella direzione. Le emergenze da affrontare sono tante ma – conclude – lavorando sodo riusciremo a dare risposte alla città”.
I consiglieri eletti hanno prestato giuramento e due tra loro dimissionari, Gino Daidone e Valerio Cucé, entrambi assessori, hanno lasciato il loro posto ai primi due dei non eletti, Pietro Redi e Alfio Caltabiano. Verificata la mancanza di cause di ineleggibilità o incandidabilità si è passati alle elezioni del Presidente del Consiglio e del Vice Presidente. Cariche che saranno rispettivamente ricoperte da Nella Casabella (ex assessore designato) e il consigliere Salvuccio Leotta.
“Sul punto – osserva il capogruppo di minoranza Riposto cambia, Claudia D’Aita – alcune considerazioni vanno fatte così come rimarcato durante la seduta. La prima è che la legge prevede che si tratti di una elezione a scrutinio segreto, eppure tutta la città sapeva benissimo, perché pubblicato e preannunciato nei social, che il consigliere Nella Casabella e il consigliere Salvuccio Leotta, avrebbero ricoperto quei ruoli. Sembrerebbe cosa di poco conto, ma lo scrutinio segreto impone che si scelga con libertà, scienza e coscienza, libertà che appare lesa dalla consapevolezza a priori dell’esito delle elezioni. E, d’altra parte, se così non fosse – aggiunge la D’Aita – si sarebbe potuto procedere o prevedere di procedere per mero applauso. Vale la pena rimarcare che la forma è sempre manifestazione di sostanza, e proprio questa pare sia stata la grande assenza di ieri e degli ultimi tempi. La seconda considerazione è che l’elezione si è svolta consentendo che di pugno venisse scritto il nome del consigliere che si era scelto di votare. In luogo di una “x” sul nome, occorreva scriverlo con la propria calligrafia. Anche questo è un aspetto che, quantomeno, lede o mette a rischio la segretezza del voto. Il segretario comunale ha ritenuto di rendere comunque valida l’elezione, ma chiederemo all’Assessorato competente di esprimersi con proprio parere”.
Previsti altri due punti all’ordine del giorno (l’elezione della commissione elettorale e della commissione giudici popolari), la maggioranza ha ritenuto di chiedere un rinvio della seduta.
“Va osservato che il rinvio è stato chiesto senza addurre alcuna motivazione, legittimo certo, ma – evidenzia la D’Aita – la mancanza di una motivazione, che avrebbe consentito alla minoranza di valutare l’opportunità di un rinvio, è chiaro indice che questa maggioranza preferisce far valere la forza dei numeri alla motivazione delle scelte, nel pieno rispetto di un vecchio modo di far politica”.
Prima che la seduta si sciogliesse, per mozione d’ordine e vista l’urgenza legata agli imminenti festeggiamenti del Santo Patrono, i consiglieri Maria Di Guardo e Claudia D’Aita, hanno portato all’attenzione del Sindaco come la “sua prima determina sindacale fosse nulla o annullabile, o quantomeno andasse immediatamente ritirata, per essere sostituita da una determina legittima nella sostanza. Il casus è la determina di nomina del cerimoniere che nel preambolo, nella motivazione e nella parte dispositiva (da qui la richiesta di ritiro immediato) rimanda ad un presunto “Regolamento del Cerimoniale della Città di Riposto” che non è mai stato approvato, perché ritirato dal proponente. È chiaro infatti che il nuovo Cerimoniere non può attenersi, secondo quanto richiesto dal Sindaco, ad un regolamento che non c’è! La questione di sostanza può facilmente essere risolta, nella forma, ritirando l’atto e riformulandolo correttamente, senza citare o impartire direttive che rimandando a quel regolamento… sempre che il Sindaco, bontà sua, voglia nominare lo stesso Cerimoniere. Nell’Amministrazione Vasta – ha concluso la D’Aita – molti componenti provengono dalla vecchia Amministrazione Caragliano, qualcuno è assessore, qualcuno Presidente del Consiglio. Avrebbero dovuto far presente al Sindaco che quel Regolamento da loro presentato in Consiglio comunale nell’ottobre 2019 era stato ritirato”
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