È stato presentato stamattina all’auditorium Santi Giorgio e Dionigi il XXXIII Rapporto Immigrazione 2024 “Popoli in Cammino” realizzato da Caritas Italiana e Fondazione Migrantes con don Nuccio Puglisi, direttore della Caritas Diocesana, e don Carlo Palazzolo, direttore dell’Ufficio per la Pastorale dei Migranti dell’Arcidiocesi di Catania, che hanno introdotto la relazione del dott. Simone Varisco, uno dei curatori dell’edizione nazionale del Rapporto. Un momento di riflessione sulla presenza dei cittadini stranieri residenti in città e in provincia con un focus dedicato alla popolazione studentesca straniera che ha fatto emergere, secondo una rilevazione della Caritas Diocesana tramite i dati del ministero dell’istruzione in relazione all’anno scolastico 2022/23, la presenza di 5.065 alunni con cittadinanza non italiana nella provincia etnea, circa il 3% del totale della popolazione studentesca provinciale. Un numero in crescita, rispetto alla rilevazione 2021/2022, di circa 400 unità.
“Gli studenti stranieri – spiega don Nuccio Puglisi – appaiono oltremodo desiderosi di apprendere, di frequentare, di inserirsi, proprio attraverso la scuola, all’interno di una società autoproclamantesi aperta e multietnica, ma che nega loro la cittadinanza (anche ai nati in Italia, e cioè il 48% di questi studenti) fino al compimento dei 18 anni. Si parla certamente di precariato nel lavoro, ed è un problema. Ma non è forse peggio un precariato scolastico, dove – mentre impari a sentirti italiano – non hai la possibilità di esserlo?”.
Gli studenti stranieri con cittadinanza non italiana, sebbene nati in Italia, costituiscono quasi la metà del totale (48,1%) per un numero in valore assoluto che è pari a 2.435 persone. Complessivamente la fascia più presente in termini di età comprende la primaria e l’infanzia.
“Come ogni anno la nostra chiesa di Catania – evidenzia don Carlo Palazzolo – presenta il rapporto immigrazione, quest’anno giunto alla XXXIII edizione, curato dalla Caritas in sinergia con la Fondazione Migrantes, organismo della CEI che abbraccia il settore pastorale e umano di tutte quelle situazioni che afferiscono all’ambito della mobilità umana. Questa presentazione non deve essere vista come una semplice condivisione di numeri perché parliamo di persone come noi, né tantomeno come un evento rivolto solo ai cosiddetti addetti ai lavori, ma all’intera collettività per prendere coscienza di un fenomeno naturale, quello delle migrazioni, poiché coinvolge l’essere umano da sempre, e del suo impatto, non emergenziale, nella nostra società. La presentazione del rapporto sulla immigrazione rappresenta, dunque, un’occasione preziosa per riflettere sul cammino di apertura e di inclusione della nostra società, su quanto è chiamata ancora a crescere e sulla percezione che essa possiede sui migranti, molti dei quali, ormai, sono ben radicati nel nostro tessuto sociale, soprattutto nell’ambito scolastico”.
Catania si colloca al terzo posto tra le province siciliane per numero di studenti stranieri, dopo Ragusa (6.177) e Palermo (5.194), mentre in Sicilia sono complessivamente 28.738. Nell’Isola, il ragusano primeggia anche come incidenza sul totale della popolazione studentesca (13%), seguita da Messina (4,9%) e Trapani (4,6%). Nella provincia etnea circa la metà (2.485) degli studenti con cittadinanza non italiana hanno provenienza europea, di cui più di un migliaio sono da Paesi UE (1.270), il secondo continente più rappresentato è l’Asia, con 1.202 studenti, probabilmente anche per la presenza delle comunità dello Sri Lanka e del Bangladesh che sono tra le più numerose in città, e quindi l’Africa, con 1.134.
“Negli ultimi anni – spiega Simone Varisco – inoltre è cresciuto il numero di bambini e ragazzi non accompagnati e rifugiati. La complessità di queste presenze fa emergere nuovi bisogni e pone domande al sistema scolastico e formativo. In questi anni la scuola ha fatto passi avanti sui temi dell’accoglienza e dell’integrazione, tuttavia divari e criticità permangono ancora, anche per gli studenti provenienti da contesti migratori ma nati e cresciuti in Italia. Sono il 64,5% sul totale degli alunni con cittadinanza non italiana, e in progressivo aumento”.
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