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Partiture, da Zō i paesaggi sonori onirici e le architetture psichedeliche di Bono – Burattini

Per “Partiture”, la rassegna dedicata ai linguaggi più innovativi e sperimentali della musica, Zō Centro culture contemporanee di Catania il 26 gennaio ospita il concerto del duo composto da Francesca Bono (voce e sintetizatore) e Vittoria Burattini (batteria)

Non si è ancora spenta l’eco del concerto-evento di Daniela Pes a inizio anno, ed ecco che Partiture – la rassegna di Zo Centro Culture Contemporanee di Catania dedicata ai linguaggi più innovativi e sperimentali della musica, tra elettronica, neoclassica e contemporanea, ideata da Sergio Zinna, direttore artistico del centro culturale catanese – venerdì 26 gennaio, alle 21.30, porta sul palcoscenico di Zo Bono / Burattini, un binomio, ancora al femminile, di grande impatto musicale.

La vocalist e performer Francesca Bono e la batterista Vittoria Burattini eseguono dal vivo il loro album d’esordio “Suono in un tempo trasfigurato”, pubblicato un anno fa da Maple Death.

24Registrato e mixato dal compositore Stefano Pilia, l’album interseca wave sperimentale, groove alieni, elettronica contemporanea e sci-fi futuristica. La loro miscela di elettronica analogica e pulsazioni organiche li colloca in un tempo fuori luogo dove la danza rimane l’unico rituale costante.

Ispirato da tre film della cineasta d’avanguardia ucraino-americana Maya Deren (“At Land”, “Ritual in Transfigured Time” e “A study in Choreography for Camera”), Francesca Bono (cantante, performer, fondatrice di Ofeliadorme e membro del collettivo Donnacirco) e Vittoria Burattini (percussionista, e batterista dalle mille sfaccettature e membro del gruppo avant-rock bolognese Massimo Volume) ha creato una raccolta di canzoni densa e ipnotica basata sull’uso esclusivo del sintetizzatore Juno 60 e del suono pulsante, lineare e organico della batteria.

Apparenti limitazioni che pongono le basi per un viaggio ricco e gratificante che stabilisce una forte identità che oscilla tra paesaggi sonori circolari onirici e architetture ritmiche psichedeliche. Le due musiciste intrecciano immagini magiche dove gli oggetti si trasformano senza preavviso (“Your House Is A Ghost”) e collassano in solchi di musica cosmica (la prog elettronica tedesca degli Anni 70) (“La trama del desiderio”) mentre il ronzio dell’elettronica si modella in dimensioni temporali (“Sogno nel vigneto”).

L’uso sorprendente della batteria da parte di Burattini e il suo timbro guidato dalle bacchette producono spazio e tensione (“Dinner Illusion”) completando perfettamente il regno sintetizzato di Bono fatto di sfumature e riflessioni (“Dancing Demons”). Uno degli elementi chiave dell’album è l’uso rado del canto di Bono, un intricato mix di fraseggi misurati, respiri, strutture a spirale e cori extrasensoriali che sembrano fare riferimento alla ricca tradizione italiana del jazz cosmico, alla library music e all’impareggiabile lavoro dei tecnici audio della Rai degli anni ’70 che lavoravano con sperimentatori del calibro del Gruppo di improvvisazione Nuova Consonanza, Ennio Morricone o Daniela Casa.

La pulsazione di “Le Ossa” mostra forza e fluidità, mentre l’ossessionante pianoforte di “Stella” ricrea una futuristica colonna sonora di un film horror.

“Partiture” 2023-2024 prosegue l’1 febbraio con Simone Bosco che spazierà tra il jazz e la musica colta, mentre il 15 febbraio arriva Valentina Magaletti, batterista e polistrumentista con un approccio creativo alla batteria e alle percussioni. Ancora un concerto a febbraio, il 29, quello dell’arpista californiana Mary Lattimore, vicina alla scena indie-rock americana. Il 4 marzo arriva il trio siculo-romano L’Ora Blu formato dai palermitani Donato Di Trapani (musicista e produttore), Gianni Gebbia (sax) e il produttore romano Giampaolo Scapigliati. Partiture si chiuderà il 20 aprile 2024 con il ritorno da Zo del musicista australiano Ben Frost.


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