In tendenza

Omicidio bracciante agricolo, salma rimpatriata. L’Ebat Ciala Catania devolverà le somme alla famiglia in Marocco

Claudio Petralia, presidente dell’Ebat Ciala Catania, ente bilaterale agricolo territoriale, formato da Cia, Coldiretti, Confagricoltura, Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil, che aveva annunciato la decisione di farsi carico delle spese per il rimpatrio della salma del giovane bracciante agricolo, ha appreso la notizia ieri sera

Si troverebbe già a Casablanca la salma di Mohamed Mouna, giovane bracciante agricolo marocchino ucciso nelle scorse settimane a Paternò al termine di un’accesa discussione con il “caporale” per dei compensi non corrisposti. Claudio Petralia, presidente dell’Ebat Ciala Catania, ente bilaterale agricolo territoriale, formato da Cia, Coldiretti, Confagricoltura, Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil, che aveva annunciato la decisione di farsi carico delle spese per il rimpatrio della salma del giovane bracciante agricolo, ha appreso la notizia ieri sera.

“La comunità islamica ieri sera ci ha comunicato che la salma di Mohamed Mouna – spiega Claudio Petralia – è stata già riconsegnata alla famiglia. Noi, invece, fino a ieri, sapevamo che si trovava ancora a Catania e, per questo motivo, lunedì sera abbiamo convocato una seduta straordinaria del comitato di gestione dell’Ebat Ciala per deliberare tempestivamente l’impegno delle somme necessarie per rimpatriare la giovane vittima. Non cambia nulla – prosegue il presidente – La cifra che avremmo impiegato per sostenere il rimpatrio sarà devoluta alla famiglia in Marocco. Ne ho già parlato con l’imam della comunità locale che ci aiuterà a contattare i familiari del 26enne”.


© Riproduzione riservata - Termini e Condizioni
Stampa Articolo


© Riproduzione riservata - Termini e Condizioni