Pronto a debuttare a Catania “Morte nella notte di Natale” di Franz Xaver Kroetz, una nuova produzione della compagnia Retablo, realizzata grazie al contributo del Nuovo Imaie.
Lo spettacolo del noto drammaturgo tedesco, ha regia di Federico Magnano San Lio e vede protagonisti sulla scena Turi Zinna e Valentina Ferrante.
La prima è in programma sabato 13 aprile alle 20.30, negli spazi di via del Principe 20.
Seguiranno altre 14 repliche, in programma domenica 14, martedì 16, mercoledì 17, giovedì 18, venerdì 19, sabato 20, domenica 21, sabato 27 e domenica 28 aprile. Successivamente mercoledì 1, giovedì 2, venerdì 3, sabato 4 e domenica 5 maggio. Queste date, tutte ospitate in Via del Principe, hanno come orario di inizio le 20.30.
“Morte nella Notte di Natale è uno spettacolo fortemente marcato Retablo e sembra anche essere fortemente profetico rispetto alla crisi attuale di convivenza ‘geopolitica’ all’interno di una coppia anziana di europei, che si trovano a far coincidere in maniera folle la loro crisi di relazione con il disfacimento della società in cui vivono. La nostra messa in scena toglie l’aspetto rappresentativo di quotidianità, che viene riportata a una esposizione più collettiva, anche attraverso l’utilizzo di uno spazio tecnologico che, in qualche modo, è sempre più presente nelle relazioni sociali attuali”, dichiara Turi Zinna che, insieme a Federico Magnano San Lio ha fondato la Compagnia Retablo che, proprio quest’anno, taglia il traguardo dei 35 anni di attività.Una coppietta di ultracinquantenni del ceto medio europeo sul ciglio del burrone di una possibile povertà vi invita a entrare nel labirinto della loro crisi di relazione, mentre un’altra giovane coppia di migranti clandestini bussa alla loro porta in cerca di un riparo dove far nascere il loro bambinello straniero.
Nel rappresentare questa tragedia (diremmo la tragedia dei nostri tempi), si è focalizzata l’attenzione sullo spazio.
La disposizione a pianta centrale consente infatti ai personaggi, (anche loro membri della stessa comunità degli spettatori) di superare la convenzionale messa in scena che prevede la separazione tra attori e pubblico, rendendo così tutti i presenti parte di “un universo di discorsi” che ci riguarda tutti come individui socialmente attivi, dando anche agli spettatori una dimensione di immersività.
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