Stesura del Piano Urbanistico Generale, rifiuti, mobilità, rischio sismico e rischio idrogeologico. Questi i 5 asset su cui dovrà impegnarsi la futura Amministrazione comunale secondo l’Ordine degli Ingegneri della provincia di Catania. Argomentazioni racchiuse in un documento presentato a due dei candidati a sindaco della città etnea, Enrico Trantino e Maurizio Caserta, i primi ad essere ricevuti dall’Ordine, che ha previsto diversi incontri con tutti gli altri aspiranti alla poltrona di primo cittadino.
Diverse le osservazioni avanzate dal Consiglio che rappresenta oltre 6.000 professionisti etnei, considerate un “ottimo punto di partenza e di riflessione per chiunque avrà il compito di amministrare la Città Metropolitana di Catania”. Su molteplici e trasversali tematiche sono state analizzate criticità e avanzate possibili soluzioni, a partire dal rischio sismico: «Occorre prima di tutto sensibilizzare la cittadinanza, con l’obiettivo di diffondere la cultura della prevenzione – ha sottolineato il presidente degli Ingegneri Mauro Scaccianoce – servono inoltre investimenti straordinari nel pubblico per mettere in sicurezza infrastrutture ed edifici strategici, a partire dalle scuole del nostro territorio. La città ha urgente necessità di avviare censimenti e piani d’intervento che, in caso di violento terremoto, consentano di salvare molte vite umane e l’identità della nostra città. La politica deve spingere per ottenere l’introduzione di una norma strutturale con prospettive di almeno 30 anni, per utilizzare gli incentivi fiscali nel settore privato col fine di salvaguardare il nostro patrimonio edilizio».
Non meno prioritario il tema del rischio idrogeologico, argomento ampiamente dibattuto in convegni e seminari, oggetto anche di un concorso bandito dall’Ordine con l’obiettivo di finanziare tre progetti con il PON Metro.
«In una visione ad ampio raggio – spiega Scaccianoce – crediamo sia necessario implementare le misure organizzative, come ad esempio il sistema di “alert”, programmando gli interventi strutturali attraverso la rigenerazione e la riqualificazione della città di Catania, per rendere meno vulnerabile il territorio». Per rimanere in tema di pianificazione, riflettori puntati sulla mobilità, che «dovrà fare leva sul sistema della metropolitana – ha continuato Scaccianoce – rafforzare il trasporto ecosostenibile, riorganizzare le Zone a Traffico Limitato, ampliare i parcheggi scambiatori – agevolando chi viene dalle aree pedemontane e limitrofe – e trasformare la tratta ferroviaria che collega Catania ad Acireale in una “seconda linea” della metro, snellendo ulteriormente il traffico». Tre aspetti che devono tenere conto delle trasformazioni climatiche, temporali e sociali, confluendo in un unico grande strumento: il Piano Urbanistico Generale. Ingegneri, altri Ordini professionali e associazioni del territorio sono stati protagonisti di alcuni incontri pubblici per gettare le basi per la redazione del nuovo PUG, rimasto in fase di stallo, «anche se tanti passi in avanti sono stati fatti attraverso gli uffici della Direzione Urbanistica del Comune, in condivisione con gli Ordini».
«Catania è l’unica città a non essere in possesso di un Piano Generale, documento necessario per puntare al cambiamento», ha poi sottolineato il presidente della categoria etnea. Sarà proprio il PUG a dettare le nuove linee di programmazione, finalizzate alla rigenerazione e riqualificazione, al miglioramento della ZES etnea (Zona Economica Speciale), al rafforzamento delle infrastrutture e del servizio di trasporto pubblico. Una trasformazione che renderebbe la città più eco-sostenibile e attrattiva per gli investitori e per i turisti. E questo apre una parentesi sul porto e sul waterfront. «Per il primo esiste già un progetto per renderlo degno di una città che si trova al quarto posto per flussi marittimi – ha continuato Scaccianoce – consentendo di intensificare gli approdi delle crociere e delle navi mercantili. Sul secondo, l’interramento della rete ferroviaria e accurati interventi anche sul litorale della Plaia aprirebbero la città al mare, valorizzando il potenziale naturale di Catania, apprezzata non solo per l’Etna, ma anche in quanto “Città dell’acqua”.
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