Revocati a Nino D’Asero, ex deputato regionale, coinvolto nell’inchiesta sull’Interporto, gli arresti domiciliari. Lo ha deciso il tribunale del Riesame, a seguito del ricordo dei difensori Tommaso Tamburino e Isabella Giuffrida: i giudici hanno sostituito la misura cautelare disposta dal gip con quella dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Annullati gli arresti domiciliari anche a Cristina Sangiorgi, difesa dall’avvocato Francesco Giammona. Il collegio ha applicato un provvedimento interdittivo: sospensione dell’esercizio del pubblico servizio svolto all’interno della Sis per 6 mesi. D’Asero è accusato di avere fatto pressioni (anche politiche, tanto che sono indagati anche l’assessore regionale Marco Falcone e l’ex presidente della Regione Gaetano Armao) sull’ex amministratore unico della Società degli Interporti Siciliani Rosario Torrisi Rigano per reintegrare la Sangiorgi, sua compagna, nel ruolo all’interno dell’Interporto. I due, già durante gli interrogatori di garanzia, avevano risposto alle domande del gip chiarendo vari aspetti anche di alcune intercettazioni, specificando che si era trattato soprattutto della difesa per una dipendente che era vittima di mobbing da parte dei colleghi.
Le indagini dei carabinieri hanno portato anche a contestare il reato di corruzione all’avvocato Torrisi Rigano, che avrebbe concesso alcuni “privilegi” economici all’imprenditore Luigi Cozza nell’ambito dell’assegnazione dell’Interporto alla società Lct. In cambio l’avvocato avrebbe chiesto e ottenuto l’assunzione della nuora nell’impresa di trasporti. Cozza, difeso dall’avvocato Carmelo Peluso, rimane ai domiciliari. Il legale dopo aver letto le motivazioni del Riesame valuterà il ricorso per Cassazione. Si terrà invece il 7 febbraio l’udienza davanti al Tribunale del Riesame per l’ex amministratore della Sis Torrisi Rigano, assistito dall’avvocato Dario Pastore.
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