La Sicilia è l’unica regione italiana dove si produce il pistacchio e Bronte, con oltre 3000 ettari di coltura, ne rappresenta l’area di coltivazione principale, con una produzione dalle caratteristiche uniche che ne fanno un prodotto di nicchia di grande valore.
Lo sanno bene tutti coloro che a Bronte assaggiano l’Oro verde in tutti i modi in cui ristoratori e pasticceri riescono a prepararlo. Lo sanno bene gli “habitue” della Sagra del pistacchio che torna dopo 2 anni di stop e che si svolgerà dal 30 settembre al 2 ottobre e dal 7 al 9 ottobre.
“Il pistacchio – afferma il sindaco Pino Firrarello – era già conosciuto dai greci e dai romani, ma è entrato a far parte delle coltivazioni agricole in Sicilia solo grazie agli arabi che hanno scoperto che sul territorio di Bronte la pianta su cui effettuare l’innesto cresceva spontaneamente. L’ambiente di coltivazione va dai 300 ai 900 metri sul livello del mare con la pianta che si adatta ad ambienti difficili come i terreni lavici brontesi, dove non cresce nient’altro se non la ginestra, che però a differenza del pistacchio non produce reddito. Coltivazione e raccolta – spiega il sindaco – sono particolarmente faticosi, ma alla fine il verde frutto ripaga certamente i brontesi per la fatica profusa. Il pistacchio di Bronte, infatti, è particolarmente pregiato e ricercato per il suo sapore aromatico e gradevole in pasticceria, in gelateria e per aromatizzare ed insaporire molte vivande”.
Ma è chiaramente in cucina e pasticceria che il Pistacchio diventa un Re. Ci perdonerete, ma appositamente per farvi venire l’acquolina in bocca vi descriviamo solo alcuni dei piatti prelibati che questa cucina vi può offrire, cominciando naturalmente con ciò che gli abili cuochi brontesi sono in grado si fare con il verde Pistacchio.
Tanto per iniziare il Pistacchio non è solo sinonimo di dolci, ma nutriente condimento per i primi piatti. Se da una parte, infatti, la fama delle Pennette al Pistacchio ha fatto il giro della Sicilia per la loro bontà, non meno prelibata è la pasta fresca fatta in casa realizzata con la farina di pistacchio. I dolci naturalmente la fanno da padrone: paste, torte e gelati sono resi ancor più gustosi con il prezioso frutto dell’Etna che è servito negli anni anche ad inventare prelibatezze nuove.
Oltre al favoloso gelato ed all’osannata “torta al pistacchio” (prodotta con pan di Spagna, a volte farcita con uno strato di cioccolata o di nutella che si associano particolarmente al gusto del frutto, e alle gustose “paste di pistacchio” realizzate con la stessa procedura con cui si produce la pasta di mandorle, si fanno sempre più strada, il “pesto di pistacchio” a base di solo pistacchio ed olio di semi e la “filletta” al pistacchio, ovvero il tradizionale dolce brontese guarnito del prezioso frutto.
Il dolce del pistacchio ed il salato dei secondi piatti più tradizionali riescono a sposarsi nella salsiccia di pistacchio. Preparata all’inizio dai macellai con qualche perplessità, ormai è richiestissima.
Del resto la mortadella migliore si condisce con il pistacchio che se è di Bronte e sinonimo di grande qualità. Girando fra gli stand della Sagra o recandovi in qualsiasi pasticceria o ristorante di Bronte troverete tutto e forse di più, in un variegato cocktail di prodotti che però hanno un colore solo: il verde dell’ “Oro” di Bronte.
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