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Il colonnello Coppola lascia i Carabinieri di Catania, al suo posto arriva Altavilla

Al suo posto il Colonnello Salvatore Altavilla, attualmente Comandante dell’Istituto Superiore di tecniche Investigative dell’Arma dei Carabinieri, centro di eccellenza per la specializzazione degli operatori di Polizia Giudiziaria dell’Arma

I primi giorni di settembre, il Colonnello Rino Coppola, lascerà la guida del Comando Provinciale di Catania, per assumere il prestigioso incarico di Comandante del Reggimento Corazzieri, un’unità speciale dell’Arma dei Carabinieri, responsabile in via primaria della guardia d’onore e della sicurezza ravvicinata del Presidente della Repubblica, nonché della sicurezza delle residenze presidenziali.

Al suo posto il Colonnello Salvatore Altavilla, attualmente Comandante dell’Istituto Superiore di tecniche Investigative dell’Arma dei Carabinieri, centro di eccellenza per la specializzazione degli operatori di Polizia Giudiziaria dell’Arma.

Nel corso di quest’ultimo triennio, il Colonnello Coppola, avvalendosi delle 9 Compagnie, 2 Tenenze, 61 Stazioni capillarmente diffuse sulla provincia etnea e valorizzando la “sinergia operativa” tra le componenti investigative delle Compagnie e del Comando Provinciale con i Reparti Speciali (R.O.S., Nucleo Antisofisticazione e Sanità, Nucleo Operativo Ecologico, Nucleo Ispettorato del Lavoro, lo Squadrone dei Cacciatori di Sicilia, i Carabinieri Forestali del Centro Anticrimine Natura e del Nucleo CITES), ha assicurato sia nella città che nei centri minori, tutte le funzioni per garantire l’ordinata convivenza civile e la sicurezza delle comunità, dall’attività preventiva e informativa sul campo, alle investigazioni per il contrasto della criminalità organizzata e comune, fino ai servizi di mantenimento dell’ordine pubblico e alla diffusione della cultura della legalità.

Dal settembre del 2020, i Comandi dell’Arma distribuiti su tutta la provincia etnea, hanno pertanto fatto fronte alle circa 86.000 denunce presentate presso i presidi dell’Arma (corrispondenti al 74,61% di quelle complessivamente presentate alle Forze di Polizia della Provincia) e alle oltre 65.000 chiamate giunte direttamente alle Centrali Operative dislocate su tutta la città metropolitana o tramite il 112 N.U.E., impedendo la prosecuzione dei reati in corso di consumazione, risolvendo controversie private o familiari e fornendo assistenza alla popolazione in situazioni di disagio o in cerca di un aiuto, anche solo attraverso semplici consigli e rassicurazioni su come comportarsi in determinate occasioni.

In tale contesto, per mezzo dei pattugliamenti svolti in primo luogo dalle Stazioni Carabinieri e dai Nuclei Radiomobili, l’Arma di Catania ha garantito il costante sostegno e la diuturna vicinanza a cittadini e turisti, esprimendo oltre 134.000 pattuglie e perlustrazioni e circa 22.000 servizi di ordine pubblico, con l’identificazione complessiva di 507.000 persone. Un imponente dispositivo di prevenzione sul territorio, che ha consentito ai Carabinieri, in perfetta sinergia con l’Autorità Giudiziaria, di denunciare in stato di libertà più di 19.000 persone e trarre in arresto circa 7.500 soggetti.

Tre anni quindi di intenso lavoro per il Comandante Provinciale, caratterizzati da gravi episodi di cronaca, da ultimo il femminicidio di Vera Schiopu, duri colpi inferti alle organizzazioni mafiose e interventi a supporto della popolazione, attraverso la prevenzione e il contrasto della violenza di genere e dei reati predatori, tutto reso più complesso dall’emergenza pandemica, durante la quale l’Arma catanese è stata attivamente impegnata nello svolgimento di numerosi e delicati servizi, tesi al contenimento della diffusione del virus: dalle scorte ai primi vaccini, alle vigilanze in tutti i Comuni della provincia per il rispetto delle Ordinanze (zone bianche, gialle, arancioni e rosse alternatesi nei mesi), sino alle attività tese al controllo del corretto uso delle mascherine e del possesso dei green pass, a seguito delle graduali e tanto auspicate riaperture.

Al riguardo, tra gli eventi che hanno particolarmente sconcertato l’opinione pubblica nazionale durante il comando del Col. Coppola, vanno sicuramente ricordati, solo per citarne alcuni, il ferimento del Vicebrigadiere Sebastiano Giovanni GRASSO (43 anni), rimasto invalido dopo essere stato attinto da un colpo di pistola, coraggiosamente intervenuto il giorno della prima comunione della figlia, per aiutare i colleghi a sedare una rissa in una chiesa di Acireale. In quella circostanza, era stato identificato e tratto in arresto per “tentato omicidio” il responsabile, LEOCATA Camillo, di 69 anni. Ancora l’omicidio della piccola Elena DEL POZZO, accoltellata e poi seppellita in un terreno vicino casa, risolto all’esito di incessanti indagini dal Comando Provinciale di Catania, all’esito delle quali dopo poche ore si era riuscito ad individuare la madre della bambina quale autrice dell’efferato gesto, nonostante i suoi tentativi di depistaggio inscenando un rapimento.


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