«La violenza contro le donne rappresenta una delle violazioni dei diritti umani più diffuse, persistenti e devastanti che, ancora oggi, molto spesso non viene denunciata a causa dell’impunità, del silenzio, della stigmatizzazione e della vergogna che la caratterizzano. Occorre sensibilizzare i più giovani ed è di fondamentale importanza che se ne parli nelle scuole, non solo in occasione del 25 novembre, ma sistematicamente, proprio perchè vengono violati i diritti riconosciuti come fondamentali e inalienabili, ma troppe volte e troppo spesso disattesi».
È questo il commento della responsabile provinciale del dipartimento pari opportunità della Ugl etnea Giusy Fiumanò in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.
«Una delle forme di violenza contro le donne più subdola e meno conosciuta – aggiunge Giusy Fiumanò – è la violenza economica, un tempo considerata una forma di abuso emotivo o psicologico. Oggi è riconosciuta come un tipo distinto di violenza con la quale si intendono tutti i comportamenti per controllare l’abilità della donna ad acquisire, utilizzare e mantenere risorse economiche. Questo tipo di violenza viene messo in atto soprattutto all’interno di relazioni intime e/o familiari e spesso è parte di un più ampio ciclo di violenza fisica, psicologica, sessuale».
«Come Coordinamento donne Ugl – afferma Fiumanò – riceviamo e viviamo ogni giorno storie di donne che nonostante il loro impegno professionale, spesso non hanno la gestione delle finanze domestiche e, in alcuni casi, sono costrette a “consegnare” il proprio bancomat ai mariti. Questo fenomeno mette in luce una dinamica di dipendenza economica che può contribuire a situazioni di vulnerabilità e abuso. Per noi dell’Ugl è fondamentale parlare del fenomeno e soprattutto non lasciare sole le donne. Occorre operare per una profonda modifica del contesto socio-culturale generale, ancora connotato da arretratezza culturale e carenze di tutela giuridica».
Per il segretario territoriale dell’Ugl Etnea Giovanni Musumeci «occorre che gli uffici dei servizi sociali debbano essere messi nelle condizioni di lavorare in modo efficace, poiché attualmente si riscontra una carenza di organico che limita la loro capacità di intervento. Questa situazione non solo compromette la qualità dei servizi offerti, ma può anche avere conseguenze dirette sulle persone che necessitano di supporto. Bisogna sin da subito incrementare il personale per garantire che ci siano sufficienti risorse umane per rispondere ai bisogni della comunità».
«Inoltre – continua Musumeci – è fondamentale che gli sportelli antiviolenza presenti sul territorio siano sempre più conosciuti e accessibili. Questi centri rappresentano un punto di riferimento cruciale per le donne vittime di violenza, offrendo supporto, ascolto e risorse per affrontare situazioni di abuso».
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