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Faida e omicidi a Catania, condannati boss e pentiti

La sparatoria di quel giorno d'agosto registrò due morti tra le file dei Cappello: Enzo Scalia e Luciano D’Alessandro

Vent’anni a Carmelo Di Stefano e Roberto Campisi, ritenuti rispettivamente il capo dei Cursoti e uno degli uomini più fidati del boss dei milanesi. Dieci anni e otto mesi per i tre pentiti Carmelo Martino Sanfilippo, Michael Sanfilippo e Davide Agatino Scuderi. Sono le decisioni del processo Centauri, a conclusione dell’inchiesta che permise di individuare i protagonisti dello scontro armato tra cursoti milanesi e uomini del clan Cappello durante il micidiale conflitto a fuoco in viale Grimaldi dell’8 agosto 2020 in cui vi furono due morti e sei feriti. La Corte d’Assise presieduta da Maria Pia Urso ha invece emesso un verdetto assolutorio per Angelo Condorelli, Emilio Cangemi, Giovanni Nicolosi, Rosario Viglianesi e Salvatore Chisari. L’accusa in aula è stata sostenuta dal procuratore aggiunto Ignazio Fonzo e dal pm Alessandro Sorrentino.

La sparatoria di quel giorno d’agosto registrò due morti tra le file dei Cappello: Enzo Scalia e Luciano D’Alessandro. Al termine di una poderosa indagine dei carabinieri furono ricostruite tutte le fasi precedenti il conflitto a fuoco: dal pestaggio di Gaetano Nobile in via Diaz, alla sparatoria in via Pulet, fino alle riunioni per cercare un chiarimento tra i due clan, mai trovato. Poi la fragia dei Cappello, tutti condannati con il rito abbreviato, decise di presentarsi nel quartier generale dei Sanfilippo in via Del Maggiolino. Ma i cappelloti armati e in sella agli scooter non ebbero il tempo di arrivare a destinazione che già I colpi di kalashinikov cominciarono in viale Grimadi, con sull’asfalto morti e feriti.


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