«Tutto inizia a maggio di quest’anno, quando mi viene diagnosticata una malattia coronarica diffusa già abbastanza avanzata, ancora compensata, ma al limite dell’occlusione totale del vaso principale. Avevo due alternative: o l’intervento tradizionale a torace aperto con impianto di bypass, o sottopormi ad una disostruzione delle coronarie per via percutanea ed angioplastica conservativa. Tecnica, quest’ultima, che necessita di una grande
Questo contenuto è riservato agli abbonati premium
Accesso a tutti i contenuti del sito
DISDICI QUANDO VUOI
Il servizio premium sarà presto disponibile.
© Riproduzione riservata - Termini e Condizioni
Stampa Articolo
© Riproduzione riservata - Termini e Condizioni