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Emergenza cenere dell’Etna, il sindaco di Belpasso: “Chiediamo aiuto ai cittadini per la differenziata e sempre più collaborazione tra Amministrazioni”

Dall’inizio dell’estate sono diverse le eruzioni che hanno visto una copiosa ricaduta di cenere sui territori pedemontani, costringendo anche alla chiusura dell’aeroporto “Vincenzo Bellini” di Catania

Continua l’emergenza cenere dell’Etna a Catania e provincia.

“Le attività eruttive dell’Etna, ormai da oltre un mese, si legano inesorabilmente all’emissione di cenere vulcanica la quale ha più volte ricoperto numerosi territori, tra cui anche Belpasso. Sin dal primo evento mi sono tempestivamente adoperato per pianificare una specifica rimozione della sabbia, attuata sia con mezzi meccanici che con spazzamento manuale, al fine di garantire la sicurezza stradale e la conseguente incolumità dei miei concittadini. Ovviamente il lavoro, già complicato e lungo soprattutto per un territorio molto vasto come quello di Belpasso, è stato ripetutamente vanificato dalle cadenzate attività parossistiche con emissioni di cenere. L’ultima, in ordine di tempo, proprio a Ferragosto. Le spese sostenute, per questa vera e propria emergenza, sono moltissime e purtroppo ricadono interamente sulle casse comunali”, dichiara il sindaco di Belpasso Carlo Caputo.

Dall’inizio dell’estate sono diverse le eruzioni che hanno visto una copiosa ricaduta di cenere sui territori pedemontani, costringendo anche alla chiusura dell’aeroporto “Vincenzo Bellini” di Catania.

“C’è in atto – dice – un costante confronto tra tutti i sindaci del comprensorio grazie soprattutto al Sindaco di Catania avv. Enrico Trantino che, anche in qualità di sindaco della Città Metropolitana, si è fatto trait d’union tra tutte le istanze dei territori che quotidianamente si stanno misurando con la gestione straordinaria di questo evento, purtroppo non controllabile. Dobbiamo lavorare per arrivare a una gestione coordinata.”

“L’Etna sta cambiando dobbiamo essere pronti. – continua –  Come ci dicono anche gli esperti, negli ultimi anni l’attività dell’Etna è diventata più esplosiva e alcuni fenomeni, un tempo più rari, stanno diventando frequenti.
I parossismi creano fontane di lava e colonne di materiale piroclastico, lapilli e cenere che, come vediamo, ricadono nelle zone “a favore di vento”.
Occorre dunque cambiare approccio nei confronti del nostro vulcano e creare un management tra le amministrazioni che sappia essere sollecito e immediato nella raccolta e successivo impiego del materiale vulcanico. In qualità di sindaco della mia città sto cercando di dare risposte ai belpassesi, organizzando una raccolta porta a porta della cenere vulcanica. Grazie a questa i cittadini possono esporre i sacchetti/contenitori pieni di cenere direttamente davanti alle proprie abitazioni; sacchetti/contenitori che verranno poi spacchettati/svuotati dai nostri operatori, direttamente su un mezzo ad hoc. Separare la sabbia dalla plastica può sembrare un lavoro “fastidioso” ma utile e necessario al fine di evitare che questa plastica venga rimessa in circolo.”

“La sabbia viene poi conferita in appositi impianti di lavorazione di inerti lavici per uso edilizio. In questo modo cerchiamo di guardare in modo lungimirante – e benevolo – verso una risorsa considerata di scarto ma che invece può diventare utile. Siamo consapevoli che il lavoro di ripristino della “normalità dei luoghi” è un lavoro che ha bisogno di tempo ma che è anche incerto, perché l’incognita più grande resta il nostro bel vulcano. L’Etna ci manda segnali che noi possiamo monitorare, per prevedere le sue mosse, ma non ci darà mai la possibilità di evitare o deviare la cenere emessa dalla sua maestosa sommità. In momenti come questi serve la collaborazione tra tutti: amministratori e cittadini”, conclude il sindaco.


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