Per il terzo dei nove appuntamenti del Beethoven Project, promossi dalla Nova Academia Musica Aetnensis, il celebre pianista tedesco Oliver Kern porterà a Catania le Sonate giovanili del Maestro di Bonn e lo farà, venerdì 23 settembre 2022 alle ore 21.00, nell’incantevole scenario di palazzo Libertini Scuderi in via Etnea, 468. L’iniziativa, che si snoderà fra il 2022 e il 2023, è stata voluta con forza dal M° Carmelo Pappalardo e ha l’obiettivo di rivolgersi di volta in volta a pubblici e contesti diversi. Infatti, dopo i concerti nella sala Verde del Piccolo Seminario a Trecastagni e nel panoramico cortile della Chiesa Madre di San Nicola per l’inaugurazione del Trecastagni International Music Festival 2022, quello nel centrale Palazzo realizzato da Carlo Sada, in cui riecheggiano forti i rimandi al Rinascimento fiorentino e allo stile Liberty, è forse il luogo più convenzionale dove poter tenere un concerto beethoveniano.
“La Sonata per pianoforte op.7 in mi bemolle maggiore con la quale aprirò la serata – racconta Kern – è fra le sue opere meno eseguite anche se fa parte da tempo del mio repertorio, tanto che nel 2001 la suonai a Vienna in occasione del Premio a lui dedicato”. Dopo essersi aggiudicato nel 1999 l’“ARD” International Music Competition di Monaco, infatti, due anni più tardi Kern vince il prestigioso premio “Beethoven” imponendosi all’attenzione della critica e del pubblico di tutto il mondo. Considerato tra i massimi interpreti della letteratura pianistica beethoveniana e brahmsiana, annovera nel suo repertorio anche l’esecuzione delle opere di Bach, Mozart, Schubert e Chopin.
Ma torniamo al concerto, composta nel 1796, la Sonata op.7 o “Grande Sonata” come venne definita dallo stesso autore per via della sua lunghezza, fu scritta durante il periodo viennese quando Beethoven era ospite dal principe Lichnowsky e l’aristocrazia lo considerava già un idolo della musica. “Il primo movimento, l’“Allegro molto e con brio”, – spiega il virtuoso – ha un carattere esuberante e vivace che risente ancora dell’influenza di Haydn. Il “Largo”, invece è una pagina solenne caratterizzata da motivi contrastanti mentre lo “Scherzo” si distacca dal classico “Minuetto” mozartiano restituendo un’atmosfera tipicamente romantica di stampo idilliaco e un clima che potremmo quasi definire pre-schubertiano. A caratterizzare il quarto movimento, il “Rondò (poco allegretto e grazioso)”, è la forte impronta amabile che esplode sotto finale in tutta la sua maestosità”. Il progetto, che non segue un ordine cronologico, vedrà l’interpretazione nella seconda parte della Sonata per pianoforte op.10 n.1, 2 e 3 in do minore, fa maggiore e re maggiore. Le opere furono composte fra il 1796 e la metà del 1798 e sono dedicate alla contessa di Browne. “La prima delle tre composizioni – sottolinea – viene spesso sottovalutata quando in realtà ha degli elementi molto interessanti che furono più tardi ripresi nella Patetica. Come la precedente, anche l’opera 10 n.2 è piuttosto breve tuttavia mostra uno stile inconsueto quasi pastorale mentre la n.3 è un fulgido esempio della genialità di Beethoven, che al solito nella sua produzione non si lega tanto alle idee melodiche quanto al modo in cui vengono sviluppati i motivi. L’afflato e la ripetizione hanno infatti un’impronta leggera nel “Presto” che diventa malinconia nel “Largo” successivo, mentre l’”Allegro” da Minuetto, in contrasto con il secondo movimento, mostra diverse affinità con il corrispondente della Sonata op.7. Il “Finale” funziona invece solo se si immagina che dietro c’è un’idea forte, dal momento che richiede una grande capacità di improvvisazione e un’innata creatività”.
Un viaggio profondo all’interno della scrittura giovanile del compositore tedesco nel quale si possono cogliere energie differenti oltre a una forte influenza dei primi Maestri, ma che traccia una via luminosa verso un nuovo modo d’intendere la musica in Europa.
Biglietti:
Ingresso unico 15 euro
Per info e prenotazioni: 349 1046397 – namaect@gmail.com
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