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Donna di Catania morta per una trasfusione infetta: il Tar intima al ministero di pagare danni

Il caso riguarda una donna che nel 1973 era stata sottoposta in un ospedale di Catania a delle emotrasfusioni dopo le quali contraeva il virus dell'epatite C che, aggravatasi in cirrosi epatica, ha determinato il suo decesso

Il Tar di Catania ha emesso un provvedimento con cui ordina al ministero della Salute di “dare piena esecuzione alla decisione del Tribunale” del capoluogo etneo e di pagare “entro trenta giorni” quasi un milione di euro a cui è stato condannato, a titolo di risarcimento danni, ai familiari eredi di una 86enne morta per un’epatite causatale da trasfusioni di sangue infetto.

In caso contrario, nei successivi 60 giorni interverrà un commissario ‘ad acta’ già nominato dai giudici del Tribunale amministrativo regionale. Il caso riguarda una donna che nel 1973 era stata sottoposta in un ospedale di Catania a delle emotrasfusioni dopo le quali contraeva il virus dell’epatite C che, aggravatasi in cirrosi epatica, ha determinato il suo decesso. Il marito e i tre figli, nel settembre 2016, hanno chiesto, prima bonariamente, il risarcimento al ministero competente.

Due anni dopo hanno avviato l’iter giudiziario, con l’avvocato Silvio Vignera. Il Tribunale di Catania ha concluso per la responsabilità del ministero, determinando un risarcimento che, rivalutato all’attualità, è vicino al milione di euro. Ma il risarcimento non è stato effettuato e la famiglia ha presentato un’istanza al Tar di Catania.

La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo – spiega l’avvocato Vignera – ha più volte sanzionato lo Stato Italiano per notevoli e ingiustificabili ritardi nel riconoscere il diritto delle vittime di danni da emotrasfusioni e nel pagamento dei relativi risarcimenti“.


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