Quarantuno istanze di risarcimento danni per circa 3 milioni di euro. Sono le richieste che il Comune di Bronte ha inviato alla Regione siciliana a seguito dell’ordinanza del Dipartimento nazionale di Protezione civile che ha trasmesso ai Comuni i modelli da compilare per censire, e successivamente ristorare, i danni che aziende e privati hanno subito in occasione delle alluvioni dell’ottobre e del novembre scorso.
Spedire tutto nel rispetto dei dettami del Dipartimento regionale della Protezione civile però non è stato facile. Se all’inizio ai Comuni sono stati concessi 30 giorni di tempo per istruire le pratiche, un giorno prima della scadenza, fissata per il 12 marzo, la Regione ha chiesto agli Uffici tecnici dei Comuni di “asseverare” e quindi verificare la veridicità dei dati inseriti nelle schede.
“Ci è stato chiesto – ha affermato il responsabile del settore Lavori pubblici del Comune, ing. Salvatore Caudullo – di verificare sia il nesso di causalità degli eventi, sia la corretta compilazione delle schede. In mancanza di queste verifiche le schede sarebbero state restituite. Noi – continua – fortunatamente dopo le alluvioni abbiamo effettuato approfonditi sopralluoghi che ci hanno permesso verificare realmente i danni subiti dai cittadini. Grazie a questo lavoro preventivo, lavorando sabato scorso fino a sera, siamo riusciti a controllare tutte le 41 schede, inviandole alla Regione siciliana nei tempi stabiliti”.
Ma se a Bronte sono riusciti nell’impresa di completare il lavoro in emergenza, qualche polemica rimane, perché di tempi concessi, dopo la richiesta di integrazione del lavoro, sono stati veramente esigui.
“Io mi complimento con l’ing. Caudullo e con il mio Ufficio tecnico – ha aggiunto il sindaco Pino Firrarello –. Se le istanze presentate dai miei concittadini sono state inviate a Palermo nel rispetto delle richieste della Regione è grazie al lavoro svolto ben oltre l’orario di ufficio. Non so se altri Comuni sono riusciti nell’impresa, ma visto i tempi assolutamente stretti e guardando al benessere dell’intero territorio e della Sicilia, sono certo che il Dipartimento di Protezione civile, se qualcosa in qualche scheda dovesse mancare, invece di rigettare, permetta di integrare”.
E guardando le 41 schede presentate dal Comune di Bronte ci si accorge che le richieste di ogni singolo risarcimento va dalle 700 mila euro alle 20 mila euro. In quei giorni da tregenda a subire ingenti danni, infatti, sono state diverse aziende agricole che producono le pregiate pere e pesche di Bronte che si coltivano sulle sponde del Simeto.
“So bene – conclude Firrarello – che le nostre richieste non potranno essere esaudite per intero. Le somme a disposizione, infatti, vanno suddivise nel territorio. I fondi che arriveranno però daranno ristoro a chi ha subito danni che a Bronte ricordo sono stati notevoli. Le piogge, ma soprattutto la piena impetuosa del fiume, ha provocato ingenti danni, mettendo in ginocchio un comparto importante per la nostra economia agricola. Produzioni e posti di lavoro vanno dunque tutelati”.
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