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Colpo a “Cosa nostra Spa”, sigilli a imprese e beni a Catania

Il valore dei beni sequestrati è stimato in 2 milioni e mezzo di euro

Continua la lotta alla criminalità organizzata di tipo mafioso da parte della Polizia di Stato e della Procura della Repubblica – D.D.A. attraverso l’aggressione ai patrimoni illecitamente acquisiti da soggetti appartenenti alle più rilevanti consorterie criminali. In data odierna, infatti, è stata data esecuzione alla misura di prevenzione patrimoniale del sequestro di beni ai fini della confisca, ai sensi del Codice Antimafia, emesso dal Tribunale di Catania – Sezione Misure di Prevenzione, a carico di due soggetti socialmente pericolosi, Giuseppe Salvatore Lombardo di 55 anni e del figlio Salvuccio Junior Lombardo di 28 anni, entrambi esponenti di spicco, con ruoli apicali, della consorteria mafiosa “Cappello”, legati da diretti rapporti di parentela con il capostipite dello stesso clan, Salvatore Cappello (detto “Turi”).

Nello specifico, il citato provvedimento di sequestro ai fini della confisca ha riguardato: 5 immobili a Catania, tra cui una lussuosa villa a Ippocampo di Mare; un maneggio abusivo; 7 rapporti finanziari intestati ai proposti, ai loro conviventi e terzi interessati e 2 imprese individuali commerciali, di cui una nel settore della torrefazione e nel commercio del caffè e una attiva nel settore del commercio dei fiori, esercitata con stazionamento permanente nell’area antistante il cimitero monumentale di Catania, quest’ultima storicamente gestita dalla famiglia Lombardo, da cui scaturisce il soprannome “U ciuraru” ampiamente riconosciuto nell’ambiente criminale.

La “pericolosità sociale” dei proposti è stata ricavata dai loro innumerevoli precedenti di polizia e dalle condanne definitive anche per associazione mafiosa.

In particolare, Giuseppe Salvatore Lombardo, detto “U ciuraru”, già sorvegliato speciale, vanta condanne definitive per associazione mafiosa, ed è elemento ai vertici del clan “Cappello”, capeggiato dallo storico boss mafioso ergastolano Salvatore Cappello, al quale risulta legato da stretti rapporti di parentela, essendone il cugino.

Giuseppe Salvatore Lombardo risulta essere detenuto dal gennaio 2017 quando, nell’ambito dell’operazione “Penelope”, veniva arrestato dalla Squadra Mobile di Catania in esecuzione di misura custodiale eseguita a carico di 31 soggetti, tutti ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere di stampo mafioso (clan Cappello – Bonaccorsi), con l’aggravante di essere l’associazione armata, associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione e spaccio delle medesime, estorsione, esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza alle persone e intestazione fittizia di beni.

Lo stato di detenzione del predetto ha consentito negli ultimi anni al figlio Salvuccio Junior di accrescere ulteriormente il suo prestigio in seno all’organizzazione mafiosa Cappello, rappresentando un autorevole punto di riferimento, soprattutto per gli associati liberi appartenenti al gruppo criminale di Salvatore Massimiliano Salvo, inteso “U Carruzzeri”, gruppo, quest’ultimo, al quale è storicamente legato Giuseppe Salvatore Lombardo. Infatti, nel febbraio 2021, Salvuccio Junior Lombardo veniva raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere denominata “Operazione Minecraft”, emessa dal Gip del Tribunale di Catania a carico di 16 soggetti, tutti ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso con l’aggravante di essere l’associazione armata, associazione finalizzata al traffico ed allo spaccio di sostanze stupefacenti, con l’aggravante di cui all’art.416 bis 1 c.p., per avere favorito l’associazione mafiosa denominata Cappello-Bonaccorsi.

In merito all’“Operazione Minecraft”,inoltre, Salvuccio Junior Lombardo, nel mese di settembre di quest’anno, veniva condannato alla pena della reclusione di 20 anni; condanna che segue di qualche mese quella che nel mese di giugno lo aveva già raggiunto in relazione all’Operazione Centauri, per il quale era già stato condannato alla pena della reclusione a 15 anni, 9 mesi e 10 giorni. Tale ultimo procedimento c.d. “Centauri” era scaturito da un contrasto sorto tra esponenti delle consorterie mafiose catanesi dei Cursoti e dei Cappello, culminato nell’agosto 2020 con l’omicidio a Librino di due Cappelloti e con il ferimento di diversi altri associati.

Le indagini e gli accertamenti patrimoniali condotti dagli investigatori “patrimonialisti” della Divisione Anticrimine e della Squadra Mobile, coordinate nel loro articolato sviluppo dalla Procura della Repubblica, oltre ad avere delineato un solido quadro probatorio ed evidenziato l’attuale e qualificata pericolosità sociale dei due proposti, hanno consentito di verificare le loro posizioni economiche,  permettendo di individuare anche cespiti patrimoniali e attività commerciali oggetto di intestazione fittizia, acquisiti attraverso il reimpiego di danaro proveniente dalle loro attività illecite. La complessa attività di indagine, infatti, ha consentito di sequestrare per la prima volta un’impresa di fiori operante nell’area antistante il cimitero di Catania e ha permesso di riscontrare le infiltrazioni della criminalità organizzata catanese nel commercio di tale settore, evidenziando l’interesse del sodalizio a mantenere il controllo di determinate attività commerciali, acquisendo autorizzazioni e concessioni amministrative intestate anche a terzi.

L’analisi dei flussi finanziari entrate-uscite dei soggetti interessati, sviluppata anno per anno per più di un decennio, attraverso le Banche dati in uso alle FF.PP., ha evidenziato una forte sperequazione tra i redditi dei proposti e dei loro nuclei familiari ed i beni, fittiziamente intestati a congiunti e terzi, comunque nella disponibilità dei Lombardo che, pertanto, in assenza di adeguate entrate lecite, sono stati ritenuti frutto e reimpiego dei proventi delle attività illecite commesse dagli interessati in seno al clan mafioso di appartenenza, in un arco temporale di accertata pericolosità sociale di oltre un decennio.

Il Tribunale – Misure di Prevenzione – recependo la proposta congiunta del Procuratore della Repubblica e del Questore di Catania, ha ritenuto che Giuseppe Salvatore Lombardo e il figlio Salvuccio Junior, in quanto soggetti “socialmente pericolosi”, abbiano ricavato vantaggi economici dai traffici illeciti cui i predetti erano dediti e che i beni acquisiti, viziati da un’apprensione illecita genetica, siano stati sottratti al circuito dell’economia legale.

Il valore dei beni sequestrati è stimato in 2 milioni e mezzo di euro.


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