Se vi trovate a passare da Librino, date uno sguardo alle piantine che da qualche settimana sono state trapiantate per dare un polmone verde al quartiere che fa da cerniera tra l’aeroporto e il centro della città. Vi sono ottime probabilità che esse, sane e ben sviluppate in vivaio, continuino a crescere nei 12 ettari di terreno incolto che sono stati loro destinati.
In ogni caso “le fallanze” (cioè le piante che per causa di varia natura non si sviluppano) saranno ripiantate con perseveranza entro cinque anni, per realizzare appieno l’intervento di “forestazione” attuato dalla Città Metropolitana di Catania.
Anche l’Oasi del Simeto è stata oggetto di due recenti interventi nell’ ambito dei progetti Pnrr approvati dal ministero della Transizione ecologica, per migliorare la qualità della vita dei cittadini e contribuire a contrastare il riscaldamento climatico.
In particolare, il dirigente Rosario Leonardi e i dottori agronomi dell’Ente (Umberto Troja e Giuseppe Strano) hanno elaborato un progetto per 35 ettari; un altro progetto per ulteriori 11 ettari (“forestazione Torre Allegra”) porta la firma di Gaetano Torrisi, direttore dell’oasi.
Per ogni ettaro sono state messe a dimora mille piantine ed una certa percentuale di arbusti (tra il 10 e il 30%), scelti in base alle loro caratteristiche e alla capacità di adattarsi all’ambiente e di coesistere con specie differenti, per creare e rigenerare un ambiente verde che persiste nel tempo.
A Librino e nell’Oasi Sono state messe a dimora, in ordine decrescente: Tamarix africana; Olea europaea var. sylvestris; Salix alba; Celtis australis; Quercus pubescens; Myrtus communis; Arbutus unedo; Pistacia lentiscus; Populus alba.
I nomi latini linneani indicano piante che tutti noi conosciamo e che costituiscono la macchia mediterranea, con specie che alle nostre latitudini nascono spontanee e vegetano a livello del mare o a bassa quota, in piano o sulle scarpate. La loro distribuzione ed habitat va dagli ambienti rocciosi e secchi a quelli umidi e salmastri. Alcuni alberi, come il salice e il bagolaro (in dialetto catanese minicucco) sono di alto fusto. Altre piante, come la tamerice ed il corbezzolo, crescono vicini ai corsi d’acqua e per questa ragione sono stati piantati soprattutto accanto ai canali Bruno e Jungetto nell’Oasi del Simeto (Riserva naturale orientata).
Migliaia di rose canine, mirti, arbusti ed alberi sono stati piantati in tre aree circostanti il centro abitato di Paternò: in totale di 6.780 di piante sono state messe a dimora in ettari 6,78 di terreno. A meno che non vi saranno nei prossimi anni calamitosi periodi di siccità i giovani paternesi tra qualche anno potranno godere dell’ombra di boschetti a due passi da casa, con un generale miglioramento dell’ecosistema, messo a dura prova dall’inquinamento e dall’urbanizzazione.
“La Città metropolitana di Catania – ha dichiarato il sindaco metropolitano Enrico Trantino – ha ottenuto dal ministero un finanziamento di 5 milioni di euro, da utilizzare per la “riforestazione urbana e periurbana” di tutta la provincia: sia la zona jonico–etnea (Aci Bonaccorsi, Valverde, Paternò, San Pietro Clarenza, Castiglione di Sicilia, Santa Venerina e Randazzo) sia i comuni della Piana di Catania e del Calatino (Catania, Castel di Iudica, Grammichele, Militello in Val di Catania, Raddusa, Caltagirone). Gli interventi a Librino, nell’Oasi del Simeto e a Paternò sono stati finanziati con una parte della dotazione assegnata. Piantare alberi è un investimento sul futuro e sono certo che tutti cittadini contribuiranno alla salvaguardia delle giovani piantine: esse, crescendo anno dopo anno, contribuiranno ad arricchire il nostro patrimonio ambientale e fin da adesso sono un dono che lasciamo in eredità ai nostri figli e nipoti”.
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