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Catania, operazione “Sottosopra”: arrestati anche gli ultimi due ricercati

I due erano risultati appunto irreperibili durante il blitz della scorsa mattinata

“Chiuso il cerchio” attorno ai destinatari del provvedimento di custodia cautelare relativo dell’operazione “Sottosopra”.

Nella serata di ieri, i Carabinieri del comando provinciale di Catania hanno infatti arrestato, al termine di articolate e ininterrotte battute di ricerca, anche Livoti Federico Giosuè classe 2002 e Gioia Josè classe 2001.

I due erano risultati appunto irreperibili durante il blitz della scorsa mattinata, quando circa 300 Carabinieri del comando provinciale di Catania, supportati dai reparti specializzati dell’Arma, hanno dato esecuzione a due ordinanze custodiali in carcere emesse dai Gip del tribunale di Catania, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia e del tribunale per i minorenni di Catania, su richiesta della Procura della Repubblica per i Minorenni di Catania, nei confronti di 14 indagati (uno all’epoca dei fatti era un minore), in quanto ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere finalizzata al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti, ricettazione ed invasione di terreni o edifici.

In particolare, l’incessante attività di rintraccio predisposta dai Carabinieri, supportata da una mirata e tempestiva attività investigativa, ha fatto “terra bruciata” attorno ai due soggetti ricercati, che sentendosi braccati dai militari, si sono presentati, il Livoti nella caserma della Stazione Carabinieri di Librino, mentre il Gioia direttamente ai cancelli della Casa Circondariale di Catania Piazza Lanza.

I due sono stati quindi arrestati dai Carabinieri, che li hanno così posti a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

I due ricercati, risultano inseriti nel contesto associativo di un’organizzazione criminale dedita al traffico di cocaina, crack e marijuana, operante in “regime di monopolio” nel complesso di edifici del civico 12 di viale Nitta, nel quartiere di Librino. Al riguardo l’associazione, organizzata su base piramidale, con ruoli ben definiti, avrebbe gestito contemporaneamente 3 distinte “piazze di spaccio”.

Inoltre, le risultanze investigative hanno portato gli inquirenti a ritenere che la gestione e l’organizzazione di tale associazione sarebbe stata affidata a Spampinato Carmelo Antony e ai fratelli Livoti, tra cui proprio Federico Giosuè.


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