La prima indagine di Montalbano di Andrea Camilleri è quella da cui tutto ebbe inizio. Quella in cui prendono vita i personaggi dei successivi numerosi romanzi che hanno conquistato l’interesse di milioni di lettori. Massimo Venturiello porta sul palcoscenico, con la vis teatrale che lo contraddistingue, il testo di Andrea Camilleri in un progetto tutto nuovo da lui ideato. Lo spettacolo che ha debuttato in estate a Salerno approda ora – per la prima assoluta siciliana – al Piccolo Teatro della Città, sabato 3 (ore 21) e domenica 4 dicembre (ore 18) nell’ambito della Stagione Teatrale proposta nella storica sala catanese dal Teatro della Città – Centro di Produzione Teatrale.
Prodotta da Officina Teatrale, là piéce – con la consulenza musicale e tecnica di Alessandro Greggia – nasce dal progetto di successo degli audiolibri di Sellerio e Storytel in cui Venturiello regala agli ascoltatori e alle ascoltatrici un’esperienza immersiva e coinvolgente, che spazia in tutti i registri della penna del grande scrittore siciliano. “L’idea di portare per la prima volta in teatro il commissario più famoso della narrativa contemporanea italiana – spiega Venturiello – è nata in seguito allo straordinario successo che hanno ottenuto gli audiolibri, recentemente pubblicati in Rete, che ho avuto il privilegio di interpretare”.
“Ho dovuto ridurre – continua -, per ovvie esigenze teatrali, il testo, ma i libri di Camilleri contengono già una forte struttura teatrale con personaggi vivi, caratterizzati, secondo le regole del teatro che il Maestro, uomo di teatro, conosceva benissimo. Io lavorai con lui tanti anni fa, quando mi volle per il progetto della lettura dei suoi testi. Testi da cui la lingua da lui inventata, carica di musicalità, arriva nella sua interezza a chiunque, la parola diventa immagine ammaliante, la trama inchioda e non consente distrazione alcuna. Ho sentito la naturale esigenza di proseguire il percorso iniziato allestendo un monologo teatrale su La prima indagine di Montalbano: testo dove nasce il commissario Montalbano, certamente ancora ignaro del luminoso destino che il genio del grande Camilleri gli stava riservando”.
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