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Catania, le insegne di una struttura ricettiva applicate su un edificio storico: rimozione e denuncia per la proprietaria

Intervento del Tpc dei Carabinieri

L’Italia è stata la prima Nazione al mondo a dotarsi di un organismo di polizia specializzato nel settore della tutela del patrimonio artistico e culturale, al fine di fronteggiare con efficacia il fenomeno del traffico di beni culturali illecitamente sottratti.

Il Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale T.P.C. svolge anche la funzione di polo informativo e di analisi a favore delle altre Forze di Polizia, grazie ad uno strumento informatico unico: la “Banca dati dei beni culturali trafugati” che contiene informazioni sulle opere da ricercare, di provenienza non solo italiana ma anche estera.

Il Comando opera sul territorio Nazionale in collaborazione con tutti i reparti dell’Arma e, in Sicilia, a Siracusa, è di stanza una specifica Sezione con competenza sulla Sicilia orientale.
Questo particolare Reparto dei Carabinieri si occupa anche di preservare i beni culturali immobili, come gli edifici storici.

Ed è in tale contesto che, gli esperti del TPC e l’Arma territoriale, sono intervenuti qualche giorno fa a Catania, in Piazza Stesicoro, perché la facciata di un palazzo era stata deturpata con insegne pubblicitarie.
In particolare, gli specialisti del TPC hanno accertato che quella struttura, che si affaccia sull’anfiteatro romano, è tutelata da un vincolo paesaggistico e ricade nella “Zona omogenea” del parco archeologico di Catania, pertanto, è un bene di interesse storico soggetto a particolari tutele.

Tuttavia, sulla base degli indizi raccolti, da verificare in sede giurisdizionale, la titolare della società che gestisce un B&B e un bar con sede in quella palazzina, una 38enne catanese, aveva apposto 3 insegne pubblicitarie sulla facciata dell’edificio, impedendo così la visibilità di quel bene culturale.

Le tre insegne quindi, una applicata nel fregio sovrastante il portone di ingresso dell’edificio, una sulla parete sinistra e l’altra “a bandiera”, sono state rimosse dai Carabinieri mediante l’ausilio di un camion con cestello, che ha consentito ai militari di raggiungere le targhe e smontarle.

Pertanto, ferma restando la presunzione d’innocenza fino a sentenza definitiva di condanna, la proprietaria è stata denunciata all’Autorità Giudiziaria, per aver impedito la fruizione di parte di un bene culturale di interesse comune.


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