Nella serata di ieri, 5 Aprile, si è svolta una manifestazione partecipata da circa duemila persone ed indetta da Non Una Di Meno Catania, dal Consultorio Autogestito Mi Cuerpo Es Mio e da Spine nel Fianco. In tutto il territorio nazionale si sono svolte manifestazioni analoghe per protestare dopo i recenti casi di femminicidi di Sara e Ilaria.
Dichiara Lara, di Non Una di Meno: “due femminicidi in meno di 24 ore. Due donne uccise non da un caso isolato, un malato, per un raptus o per gelosia, ma uccise dalla mano del patriarcato, della cultura del possesso e dello stupro che vuole punire, controllare decidere sui nostri corpi e le nostre vite. Il femminicidio è solo la punta di una piramide della violenza che si consuma quotidianamente in ogni ambito della nostra vita. Non vogliamo minuti di silenzio, né tantomeno passerelle o frasi retoriche da parte di chi non vuole riconoscere l’importanza della prevenzione, dell’educazione sessuo affettiva e del rafforzamento di reti e luoghi transfemministi. Non vogliamo la strumentalizzazione da parte di uno Stato che è esso stesso violento e patriarcale.“
La manifestazione ha percorso le vie del centro di Catania toccando diversi punti simbolici come la sede del partito Fratelli d’Italia, la questura di via Ventimiglia e il Comune di Catania.
Continua Benedetta del Consultorio Autogestito Mi Cuerpo Es Mio: “abbiamo deciso di sanzionare la sede di Fratelli d’Italia, in quanto partito di governo e primo responsabile della violenza istituzionale sui nostri corpi, soprattutto dopo le recenti dichiarazioni rilasciate dal Ministro della Giustizia Carlo Nordio che attribuisce la violenza di genere a certe etnie piuttosto che altre e rivendicando una sensibilità infondata, ignorando che il 74% dei femminicidi è ad opera di cittadini italiani. L’unico comune denominatore che si può trovare è che sono tutti uomini, come le forze dell’ordine, da cui tantissime donne sono andate per sporgere denuncia ma sono rimaste inascoltate, sminuite, non credute o colpevolizzate, come raccontano le testimonianze mostrate ed affisse davanti la questura di via Ventimiglia. Infine siamo arrivate in piazza Duomo, dove sono state realizzate delle scritte con delle candele come “Sorella non sei sola”, inoltre sono stati bruciati tutti gli articoli di giornale che hanno narrato casi di femminicidi o di stupri in maniera tossica, colpevolizzando la donna o giustificando il femminicida”. Questi sono solo alcuni aspetti della violenza istituzionale che ogni giorno viviamo sui nostri corpi”.
Conclude Sarah di Spine nel Fianco: “vogliamo ripetere ancora che l’educazione sessuale ed affettiva è essenziale per prevenire realmente la violenza di genere. Le scuole e le università sono i luoghi da cui bisogna partire per costruire una cultura del consenso. Vogliamo riprenderci le strade portando la nostra rabbia e il nostro dolore, perché solo stando insieme le possiamo trasformare in voce potente. Ci vorrebbero in silenzio e da solə, ed è chiaro ancora una volta che solo la sorellanza può salvarci. Abbiamo deciso di fare rumore insieme, con tutto il nostro amore e la nostra rabbia per tutte quelle sorelle che non ci sono più”.
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