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Catania, il giorno dopo lo sgombero. L’appello di una volontaria: “Serve un nuovo luogo per i prossimi consulti”

Critici anche Arci Catania e il Pd catanese che chiedono da subito uno stop allo sgombero

È stato sgomberato ieri mattina all’alba lo studentato occupato 95100 di Catania, sede del consultorio autogestito da una serie di associazioni, come  Mi cuerpo es mio e Non una di meno.

Nella giornata internazionale del volontariato e a pochi giorni dalla giornata contro la violenza sulle donne i volontari e gli studenti sono stati svegliati per quello che poi si è rivelato un sequestro preventivo.

«Assurdo che proprio in questi giorni in cui il tema della violenza sulle donne sia così attuale questa sia la riposta di ordine pubblico, Comune e istituzioni: sgomberare un luogo che si oppone agli abusi e che accoglie i giovani che non possono permettersi un affitto. Siamo stanchi e ci sentiamo disarmati e disarmate», afferma la volontaria Lara Torrisi. 
Le attività dello studentato, aperto da sei anni, e del consultorio autogestito, operativo dal 2020, si svolgevano in un immobile occupato. Un immobile che secondo i volontari versava in uno stato di totale abbandono e che loro hanno reso vivo accogliendo, da una parte, 12 ragazzi e ragazze che frequentano l’Università e che non possono permettersi di sostenere un affitto e dall’altra donne vittime di abusi e violenza, cercando di dare loro conforto e aiuto attraverso consulti psicologici e legali. Anche ieri il consultorio avrebbe dovuto accogliere 7 donne, a cui è stato comunicata la chiusura forzata.

«Uno sgombero violento, all’alba, fatto a ragazzi e ragazze che hanno un’età di 22 anni, a cui sono stati subito sequestrati i telefoni che sono stati restituiti dopo ore, senza la possibilità di chiamare un avvocato o comunicare con l’esterno – accusa Ludovica Intelisano, volontaria di Non una di meno Catania”.
Ricostruzione che però viene smentita dalla Questura di Catania che sottolinea come l’operazione si sia svolta in modo corretto, senza ricorrere alla violenza e ribadisce come ognuno abbia potuto chiamare un legale subito dopo il riconoscimento.

I problemi, però, per i volontari non finiscono qui. Intelisano fa anche un appello alla città: “Per oggi abbiamo dovuto annullare i consulti psicologici con donne vittime di violenza ma già da domani chiediamo la solidarietà di Catania e dei catanesi: ci serve un luogo dove accogliere queste donne, abbiamo decine di colloqui fissati da tempo.” C’è delusione nella voce dei volontari delle associazioni che facevano vivere il consultorio “Mi cuerpo es mio”: “Non si può bollare tutto come un modo per ristabilire la legalità, perché noi siamo sempre stati disponibili a un dialogo con le istituzioni o a trovare insieme un altro stabile; per noi l’occupazione non è una questione ideologica e dirimente. Lo stabile era abbandonato e lo abbiamo fatto rivivere, ma eravamo e siamo pronti a partecipare a un eventuale bando. L’importante è la tutela delle donne a cui prestiamo i nostri servizi volontari, andando anche a sopperire alle mancanze degli enti preposti”.

Critici anche Arci Catania e il Pd catanese che chiedono da subito uno stop allo sgombero.

Intanto una nota della Procura chiarisce che in esito agli accertamenti delegati alla Digos della Questura di Catania sono stati acquisiti indizi utili per contestare a undici aderenti al centro sociale Liotru/Spazi sociali il reato di invasione e occupazione di edificio pubblico e per richiedere la misura cautelare reale del sequestro preventivo dell’ immobile, poi disposta dal giudice per le indagini preliminari». La fase esecutiva del provvedimento, curata dalla Digos e da altro personale della polizia, sottolinea la Procura di Catania «ha permesso di riscontrare come l’ immobile non abbia mai ospitato famiglie, ma esclusivamente aderenti e attivisti del centro sociale».
L’edificio è stato liberato dai pochi aderenti presenti e «al termine dell’attività, svoltasi senza alcun problema di ordine pubblico, l’immobile, è stato affidato in giudiziale custodia al legale rappresentante dell’Ente proprietario».


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