Ha raccolto oltre 11mila firme in 24 ore la petizione lanciata su Change.org da Matteo Meli, studente del primo anno della facoltà di ingegneria edile e architettura dell’Università di Catania, per chiedere l’installazione di un semaforo pedonale o di un sovrapassaggio di fronte alla cittadella universitaria dopo la tragica morte di Chiara Adorno.
La ragazza è stata investita il 7 novembre scorso mentre attraversava la strada sulle strisce pedonali in Viale Andrea Doria. “Quelle stesse strisce che noi, studenti della Cittadella Universitaria, attraversiamo ogni giorno per arrivare a lezione e tornare a casa”, scrive Matteo nella sua petizione. “A Catania, e in generale in Italia, è tradizione agire dopo i disastri, e non prima, per prevenire. Qualche anno fa sono state realizzate delle strisce pedonali in quel punto, precisamente di fronte all’entrata della Cittadella Universitaria, per attraversare una strada a scorrimento che era già stata luogo di numerosi incidenti, ma qual è l’utilità se non c’è un semaforo pedonale?”, si interroga il promotore della petizione.
“Chiunque abbia attraversato su quelle stesse strisce come faccio io ogni giorno sa bene che è un continuo slalom tra auto in corsa che non accennano a fermarsi e motorini che sorpassano quelle poche auto che si fermano, e questo pericolo si amplifica la sera, quando tutti gli studenti finiscono le lezioni”, spiega. “Mi appello a tutti gli studenti e agli ex-studenti dell’Università di Catania, anche se hanno sede altrove, di firmare questa petizione per richiedere, anzi esigere, la realizzazione di un sovrapassaggio, o perlomeno di un semaforo pedonale, per tutelare tutti i ragazzi che rischiano la vita ogni giorno attraversando delle strisce pedonali mortali, gli stessi ragazzi che vengono elogiati dal comune di Catania che li definisce “il futuro” ma che poi non li tutela in alcun modo e realizza opere scadenti e sbrigative. Pretendiamo un intervento immediato, e facciamo sì che questo disastro abbia almeno uno scopo”, conclude l’autore dell’appello.
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