«Parsifal ha sempre ricercato ciò che altri hanno dimenticato, è per questo che nella scelta del nostro nome si possono rintracciare gli intenti più profondi e alti del nostro modo di intendere la musica». Nato nel 2001, da tre donne dalla personalità e dalle origini differenti: Jalle Feest al violino, Emilia Slugocka al violoncello e Anna Paola Milea al pianoforte; il Parsifal Piano Trio ha da sempre a cuore la ricerca della qualità e la riscoperta di autori poco valorizzati. Con il progetto “Donne in musica”, le tre artiste si sono prefisse di accendere un riflettore sulle grandi compositrici del passato troppo spesso lasciate nell’ombra.
Il programma del concerto, previsto domenica 12 marzo alle ore 18.00 all’Auditorium dell’Istituto Sacro Cuore di via Milano 47, per l’occasione si tingerà di “rosa”. La prima parte della serata, promosso dalla musicologa Anna Rita Fontana – presidente e direttrice artistica della Società Catanese Amici della Musica, da anni impegnata nella riscoperta del patrimonio musicale e nella valorizzazione degli artisti – vedrà l’esecuzione del “Trio” in sol minore per pianoforte, violino e violoncello di Clara Wieck. Composto nel 1845, l’opera è caratterizzata da una costruzione complessa con episodi di alto lirismo ed espressività, nei quali la moglie di Schumann si confronta con le capacità contrappuntistiche acquisite in seguito allo studio di Bach. Il primo movimento, Allegro moderato, si apre su un tema brillante, vigoroso e deciso, seguito da un motivo più leggero, accordale, e sincopato. Il secondo movimento, Scherzo: Tempo di Menuetto, si caratterizza come un dolce, giocoso intermezzo prima dell’Andante, commovente e sofferto, che costituisce il terzo movimento. L’Allegretto finale, in forma sonata, presenta un tema grave e nervoso al quale si contrappone un secondo soggetto più ottimista; una fuga concitata, che origina una serie di libere variazioni sui due temi. A seguire il dittico “Soir! e Matin!” di Mélanie Helene Bonis, una tappa di passaggio tra il genere galante della suite e quello, più serio, del trio accademico.
La prima delle due composizioni è dedicata a Mademoiselle Foltzer ed evoca un’atmosfera meditabonda mentre la seconda, intitolata alle sorelle Chaigneau, suggerisce il risveglio della natura. Sarà poi la volta di “D’un matin de printemps” di Lili Boulanger, una danza vivace dalle sonorità debussiane per finire con il “Trio” di Germaine Tailleferre, unica donna del gruppo Les Six, musa di Ravel, Cocteau e Chaplin, che con la sua prolifica scrittura, rimasta fino a poco tempo fa inedita, è riuscita finalmente ad aggiudicarsi, insieme alle altre, quel posto che troppo a lungo la storia, a torto, le ha sottratto.
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