Colpo non riuscito nella notte per una banda della cosiddetta “spaccata” dell’ATM, che sono entrati in azione servendosi di escavatore, furgone e scorta con auto e moto, tutti rubati (l’escavatore e un’auto rubati “all’esigenza” sul posto), ma non avevano “fatto i conti” con l’intervento dei militari dell’Arma.
Sono circa le 3 del mattino quando i Carabinieri del Nucleo Radiomobile di Catania, nel corso dell’attività di pattugliamento, ulteriormente potenziata proprio per contrastare i reati predatori, sono intervenuti in Via Pacinotti con 3 equipaggi, dopo che dei passanti, con ottimo senso civico avevano segnalato al 112 la presenza di un escavatore in moto nei pressi dell’Ufficio Postale.
In realtà, all’arrivo della chiamata d’allarme, i malviventi, in una manciata di minuti, avevano già chiuso gli accessi alla zona con 4 autovetture provento di furto, quindi utilizzando il grosso mezzo industriale, avevano scardinato dalla propria sede la cassaforte del Postamat, per caricarlo dall’alto su un Iveco Daily, a cui avevano rimosso il tetto. Il gruppo era così ripartito indisturbato, pensando ormai di averla “fatta franca”, scortando il furgone con 2 motoveicoli mentre le 4 autovetture erano già state abbandonate in modo tale da ostacolare l’intervento delle Forze dell’Ordine.
Le “gazzelle” infatti, che stavano perlustrando un’area non molto distante, ricevuto l’allarme, in meno di 5 minuti sono intervenute sul luogo della spaccata. In questo caso, fondamentale è stata l’attività di coordinamento della Centrale Operativa e della conoscenza del territorio da parte degli equipaggi, che si sono divisi per raggiungere la scena del crimine da 3 diverse direzioni, bloccando di fatto ogni possibile via di fuga.
La manovra d’accerchiamento è stata assolutamente efficace, poiché una delle 3 pattuglie dei Carabinieri è riuscita ad intercettare in via Pacinotti il furgone mentre stava scappando in direzione della circonvallazione, preceduto da due motoveicoli, di cui uno ha immediatamente cambiato direzione, abbandonando di fatto la colonna.
Girata l’autoradio, è così scattato l’inseguimento, durato una manciata di secondi, fino a quando i militari hanno sbarrato di fatto la strada ai mezzi in fuga. In tale frangente i 2 conducenti, vestiti con abiti di colore scuro e con cappuccio sul capo, all’altezza del civico 110 della medesima strada, vistisi oramai braccati, hanno abbandonato i veicoli correndo a piedi per le stradine circostanti, dileguandosi.
Almeno 3 sono quindi i soggetti che i militari hanno individuato quali partecipanti al colpo, mentre gli altri complici, che avevano utilizzato le 4 vetture rubate per cinturare lo slargo dove è ubicato l’Ufficio Postale, controllando così l’andamento dell’azione criminale, dopo averle lasciate sul posto, si sono verosimilmente allontanati su un quinto mezzo, prima dell’arrivo dei Carabinieri.
L’ispezione dei luoghi, nonché delle auto e moto coinvolte, svolta dai militari unitamente ai colleghi specializzati della Sezione Investigazioni Scientifiche del Nucleo Investigativo di Catania, che si sono occupati dei complessi rilievi, ha consentito di recuperare, nel cassone, l’ATM appena scardinato, ancora integro e con il denaro, in corso di conteggio, al suo interno. Il colpo, sicuramente organizzato di proposito nel fine settimana, quando c’è una maggiore circolazione di contanti nei bancomat, è stato in questo modo sventato.
Nella cabina del furgone è stato invece trovato un disturbatore di frequenza, un “jammer”, che probabilmente ha causato un ritardo nella segnalazione d’allarme, facendo guadagnare ai criminali minuti preziosi.
Sono in corso in maniera serrata le attività di indagine dei militari dell’Arma, anche mediante la visione delle telecamere di videosorveglianza dell’area e l’escussione di testimoni, per identificare i partecipanti al colpo, nonché, per ricostruire i ruoli e le responsabilità di ciascuno.
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