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Catania, ancora violenza nel carcere di Bicocca. La denuncia del Sappe

"Un agente è stato colpito con un bastone"

Resta alta la tensione nell’Istituto penale per minorenni di Bicocca, a Catania. Francesco Pennisi, coordinatore nazionale per la Sicilia del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, racconta quanto è avvenuto nelle ultime ore nella struttura detentiva: “Un Assistente Capo della Polizia Penitenziaria che, nel tentativo di bloccare alcuni detenuti nordafricani che cercavano lo scontro con un gruppo di detenuti italiani, è stato colpito con un bastone, Al collega, poi trasportato presso l’ospedale cittadino, è stato riscontrato un trauma contusivo al ginocchio con prognosi di sette giorni salvo complicazioni!”.

Impietosa l’analisi del SAPPE sulla situazione penitenziaria di Bicocca: “Ormai è evidente che l’IPM di Catania Bicocca è fuori controllo: la numerosa presenza di detenuti di origine nordafricana (Egitto, Marocco, Tunisia) sta alimentando forti tensioni con i ristretti italiani e soprattutto con il personale di Polizia Penitenziaria, che con l’attuale sistema gestionale non riesce più a controllare l’ordine e la disciplina”. “Il SAPPE lancia l’ennesimo allarme”, conclude Pennisi: “bisogna scongiurare il verificarsi di gravi eventi critici, per cui gli organi ministeriali addetti devono intervenire con urgenza, se necessario anche con l’intervento del Gruppo Operativo Mobile. La Polizia Penitenziaria ha il diritto di lavorare in sicurezza: non si può rischiare la vita tutti i giorni. Basta! Proclamiamo lo stato di agitazione!”.

Denuncia Donato Capece, segretario generale del SAPPE: “ci vuole una completa inversione di rotta nella gestione delle carceri regionali e della Nazione: siamo in balia di questi facinorosi, convinti di essere in un albergo dove possono fare quel che non vogliono e non in un carcere! Facciamo appello anche alle autorità politiche regionali e locali: in carcere non ci sono solo detenuti, ma ci operano umili servitori dello Stato che attualmente si sentono abbandonati dalle Istituzioni”.

“Il SAPPE esprime la vicinanza ai poliziotti di Catania”, sottolinea Capece, “ma siamo davvero alla frutta: i detenuti rimangono impuniti rispetto alla loro condotta violenta e fanno quello che si sentono fare, senza temere alcuna conseguenza. Urgono contromisure per prevenire gli atti violenti ai danni dei poliziotti”, conclude il leader nazionale del SAPPE: “lo stato comatoso dei penitenziari non favorisce il trattamento verso altri utenti rispettosi delle regole né tantomeno la sicurezza. Quel che è avvenuto decreta che il sistema della pena minorile è da rifondare perché è stato ed è gestito in maniera fallimentare: ora mi auguro che vengano raccolti i nostri appelli che da decenni lanciamo per una nuova esecuzione della pena ed un nuovo ruolo del Corpo di Polizia Penitenziaria, mai raccolti dalla politica e dalle istituzioni”. Capece evidenzia che “queste sono anche le conseguenze di una politica penitenziaria che invece di punire, sia sotto il profilo disciplinare che penale, i detenuti violenti, non assumono severi provvedimenti.”. E si rivolge direttamente a Carlo Nordio: “Servono con urgenza provvedimenti. E la via più netta e radicale per eliminare tutti questi disagi sarebbe quella di un ripensamento complessivo della funzione della pena e, al suo interno, del ruolo del carcere, specie di quelli destinati ai detenuti minori”.


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