Continua impunemente nel carcere minorile di Catania Bicocca l’escalation di violenza nei confronti della Polizia Penitenziaria. La denuncia arriva da Francesco Pennisi, consigliere nazionale per la Sicilia del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria: “Dopo le aggressioni della scorsa settimana da parte di un detenuto magrebino che ha costretto alle cure mediche con relative prognosi di sette giorni, un Assistente Capo ed anche il Comandante, entrambi oggetto della furia incontrollata del delinquente nordafricano, ieri sera intorno alle 19,15 altro soggetto di origini marocchine, con presunti problemi psichici, ha dato fuoco alle suppellettili della cella. Solo il tempestivo intervento del personale ha scongiurato che le fiamme e soprattutto il fumo tossico si propagasse per l’intera sezione, con grave rischio per l’incolumità degli altri ristretti e del personale stesso”. Il sindacalista aggiunge che “stamattina, intorno alle ore 9,00, ancora violenza contro la Polizia Penitenziaria. A seguito di una normale operazione di servizio di perquisizione nelle celle, il rinvenimento e conseguente sequestro di due pen drive ha scatenato le ire di un detenuto, anch’esso dell’area del Maghreb, che si è scagliato contro in Assistente Capo, colpendolo ripetutamente con schiaffi e pugni e lanciandogli contro uno sgabello. Il detenuto è stato prontamente immobilizzato dagli altri colleghi presenti mentre il giovane collega è dovuto ricorrere alle cure mediche presso l’ospedale cittadino, riportando contusioni sparse, con prognosi di sette giorni”.
“Il SAPPE lancia l’ennesimo allarme!”, conclude Pennisi. “Questi ultimi eventi critici accaduti, dimostrano chiaramente che presso l’Ipm di Catania Bicocca vi sono in atto gravi problemi di ordine e disciplina che qualcuno continua ad ignorare, pensando forse di poter raggiungere l’obiettivo della “rieducazione” senza avere il controllo della sicurezza! Senza ordine e disciplina, i tanto decantati progetti rieducativi sono fallimentari. Prima di ogni cosa viene il rispetto per gli operatori penitenziari, in primis ovviamente per il personale di Polizia Penitenziaria, a cui va la totale solidarietà del SAPPE, che ormai è veramente stanco e stufo di subire questo martirio quotidiano. Gli organi istituzionali preposti hanno l’obbligo di intervenire e porre in essere adeguate ed urgenti soluzioni, valutando anche eventuali responsabilità nella catena di comando. il datore di lavoro deve tutelare l’incolumità dei propri dipendenti. Il SAPPE non indietreggerà di un solo passo e preannuncia ogni utile iniziativa al fine di salvaguardare l’incolumità fisica del personale di polizia penitenziaria”.
Pieno sostegno alla protesta della Polizia Penitenziaria di Catania arriva da Donato Capece, segretario generale del SAPPE: “Come Segreteria Generale del SAPPE ci attiveremo presso il Dipartimento per la Giustizia minorile e di comunità affinché le giuste proteste delle colleghe e dei colleghi di Catania e di tutta la Regione trovino attenzione e conseguenti provvedimenti. Auspichiamo che i vertici del DGMC e del Centro regionale siciliano intervengano con celerità e si adottino con urgenza provvedimenti necessari per salvaguardare la sicurezza del carcere minorile e di chi esso lavora. Ogni giorno giungono notizie di aggressioni a donne e uomini del Corpo in servizio negli Istituti penitenziari del Paese, per adulti e minori, sempre più contusi, feriti, umiliati e vittime di violenze da parte di una parte di popolazione detenuta che non ha alcuna remora a scagliarsi contro chi in carcere rappresenta lo Stato”.
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