Nell’Azienda Ospedaliero Universitaria “G. Rodolico – San Marco” è stato eseguito un ulteriore intervento di prelievo multiorgano, questa volta nelle sale chirurgiche all’avanguardia dell’ospedale “San Marco” di Librino.
In particolare, da un paziente di mezza età, con il coordinamento del Centro Regionale Trapianti, sono stati prelevati il fegato e i due reni. Si tratta del tredicesimo accertamento di morte cerebrale dell’azienda, validato, in questa sede, dalla commissione medica composta dalla referente donazioni del San Marco Rosalinda Guglielmino, da Giuseppe Mangano della direzione medica di presidio, dalla neurologa Rita Bella e da Loredana Pennisi, tecnico di neurofisiopatologia. Il prelievo di organi è stato eseguito grazie alla collaborazione dei chirurghi dell’ospedale San Camillo di Roma.
Il grande gesto di solidarietà e di valore civico unito all’estrema sensibilità dei familiari del paziente, i quali hanno espresso di fatto il loro assenso al prelievo, consentono di riaccendere la speranza di vita in altre persone sofferenti, ancora in attesa di un trapianto che salverebbe loro la vita.
Nonostante i dati delle percentuali sulle donazioni in Sicilia non siano molto confortanti, come in buona parte delle regioni del Centro-Sud Italia (le opposizioni al prelievo nell’Isola sono ancora il 50% degli accertamenti di morte cerebrale) l’Azienda Ospedaliero Universitaria è riuscita a mantenere comunque risultati in linea con gli anni precedenti, attestandosi tra le aziende più attive nella classifica regionale. In circa otto mesi sono già stati prelevati 6 fegati, sei reni, quattro paia di cornee e un cuore.
L’intero processo, dall’accertamento della morte cerebrale fino al prelievo e all’invio degli organi, è stato coordinato dalla referente trapianti del San Marco, Rosalinda Guglielmino, che ha operato di concerto col Centro Regionale Trapianti.
“Ancora una volta –sottolinea il direttore generale dell’AOUP Gaetano Sirna- gli straordinari risultati clinici sono stati ottenuti in collaborazione tra realtà diverse, dando prova della sinergia vincente tra strutture sanitarie anche di città differenti. Un grazie va anche ai donatori e alle loro famiglie, senza i quali non si potrebbero raggiungere gli obiettivi prefissati”.
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