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Catania, al teatro Brancati in prima assoluta “Cambi di stagione” diretto da Francesco Calogero con Maurizio Marchetti e Antonio Alveario

Lo spettacolo è il libero adattamento della commedia drammatica inglese “Mr.Halpern e Mr. Johnson” scritta nel 1983 come TV play da Lionel Goldstein

Debutto nazionale martedì 28 febbraio alle ore 21 al Teatro Brancati di Catania, per lo spettacolo “I CAMBI DI STAGIONE” per la regia di Francesco Calogero, una nuova produzione Nutrimenti Terrestri. Lo spettacolo – che viene proposto a Catania nell’ambito del cartellone del Teatro della Città fino al 5 marzo (secondo il consueto calendario repliche) – è il libero adattamento della commedia drammatica inglese “Mr.Halpern e Mr. Johnson” scritta nel 1983 come TV play da Lionel Goldstein. L’autore fu ispirato da un segreto personale rivelatogli dal suo commercialista, che gli confessò il suo tormentato amore del passato con una ragazza ebrea, un legame impossibile e ostacolato dalle rispettive famiglie. La storia fu adattata per il palcoscenico nel 1995 e andò in scena al Cameri Theatre di Tel Aviv, mentre la versione definitiva risale al 2004, in occasione della prima americana al Coconut Grove Playhouse di Miami. A distanza di quasi vent’anni, Nutrimenti Terrestri porta sulle scene questo intenso e romantico testo mai tradotto in Italiano e mai rappresentato in Italia. Lo spettacolo vedrà per la prima volta alla direzione di una pièce teatrale il regista cinematografico Francesco Calogero, che ha curato anche traduzione e adattamento. In scena, due brillanti attori di teatro, cinema e Tv del panorama nazionale: Maurizio Marchetti (Il capo dei capi, Incastrati di Ficarra e Picone, In guerra per amore di Pif) e Antonio Alveario (La concessione del telefono di Camilleri, Makari, Il giovane Montalbano 2).

“Confesso di sentirmi un po’ Halpern e un po’ Johnson – racconta Francesco Calogero – nell’accogliere la proposta di esordire nella regia teatrale, ricevuta da Maurizio Puglisi, produttore dello spettacolo ma anche attore protagonista del mio primo, fortunato film professionale La gentilezza del tocco. Mi sento un po’ Johnson/Edoardo nel rivelare timidamente (a tutti, e a me stesso, in primis) che nel corso dei decenni non è mai venuto meno il mio amore per Flo/il teatro, cresciuto negli anni di frequentazione con il gruppo di Nutrimenti Terrestri, pronti a coinvolgermi non solo in piccoli esperimenti audiovisivi da incastonare nei loro spettacoli – per non parlare delle temerarie avventure cinematografiche condivise – ma anche nella scrittura di testi per la scena (Il battello degli amanti) o l’adattamento di opere preesistenti (I carabinieri del siciliano/parigino Beniamino Joppolo). Mi sento anche un po’ Halpern/David nel soppesare come il mio duraturo matrimonio con Maria Flora/il cinema sia andato avanti negli anni tra alti e bassi, scoprendomi incapace di coglierne il lato nascosto, i presunti torti o tradimenti che l’industria non manca mai di tenderti. Ma il teatro non può mai essere considerato un’innocente evasione. Così avverto una tensione superiore rispetto alle esperienze pregresse: il lavoro sul testo sono le parole suggerite nell’ombra da Cyrano, ma poi al convegno amoroso ci va il regista…”.

Lo spettacolo racconta di due uomini non più giovani che si conoscono in un cimitero ebraico: sono molto diversi per carattere, estrazione sociale e credo religioso, eppure c’è qualcosa che li unisce. E le reciproche rivelazioni sono destinate a sconvolgere le loro vite. Ci siamo mai chiesti se i nostri partner hanno giardini segreti? E noi, se li abbiamo, perché sentiamo l’esigenza di farlo? In altre parole, il tradimento avviene solo in presenza di una relazione fisica, o lo è altrettanto quando il rapporto sentimentale è platonico? Questo testo, scritto quarant’anni fa, mantiene la sua vivacità in questa esplorazione dell’identità, sfidando le nostre convinzioni sulle relazioni e analizzando l‘idea di infedeltà emotiva. E di questo amore, cosa resta dopo la morte? Il duello verbale tra i due uomini in scena offre continui ribaltamenti di ruolo: una volta firmata la tregua emotiva, impossibile determinare che sia stato veramente fedele alla donna e chi l’amava di più. Ma questo dà alla commedia il suo fascino, la sua freschezza e forse tutto il senso. Perché se è vano litigare soprattutto a posteriori, non lo è testimoniare in questo modo il potere rigenerativo dell’amore, e la sua capacità di accendere, oltre la morte, due cuori appassiti.

I CAMBI DI STAGIONE è presente nel cartellone della stagione teatrale 2022/2023 del Teatro Vitaliano Brancati di Catania e debutterà martedì 28 febbraio, in replica fino a domenica 5 marzo. Biglietti disponibili al botteghino del Teatro Brancati. Per info 095530153 – 095531018 – 3345683715.

Catania, Teatro Brancati
Martedì 28 febbraio ore 21
Mercoledì 1 marzo ore 17.30
Giovedì 2 marzo ore 21
Venerdì 3 marzo ore 21
Sabato 4 marzo ore 17.30
Sabato 4 marzo ore 21
Domenica 5 marzo ore 17.30

Biglietto 20 euro
Per info 095530153 – 095531018 – 3345683715.

CREDITI
I Cambi di Stagione
(Halpern & Johnson)
di Lionel Goldstein
con
Maurizio Marchetti
Antonio Alveario
traduzione e adattamento Francesco Calogero
regista collaboratore Laura Giacobbe
scene Mariella Bellantone
costumi Cinzia Preitano
luci Renzo Di Chio
visual artist Giovanni Bombaci
con la partecipazione di Tania Luhauskaya
foto di scena Giuseppe Contarini
grafica Valeria Trimboli
ufficio stampa Marta Cutugno
prodotto da Maurizio Puglisi per Nutrimenti Terrestri
regia Francesco Calogero

MAURIZIO MARCHETTI
Dopo la laurea lavora come dj, autore e conduttore radiofonico e televisivo, per poi debuttare nel 1977 come attore teatrale, diretto da Franco Enriquez, Walter Manfrè, Riccardo Cucciolla, Antonio Latella, Gianfranco De Bosio, Guido De Monticelli, Ennio Coltorti, Carlo Quartucci, Giorgio Albertazzi, Antonio Calenda, Flavio Bucci, Arnoldo Foà, Andrea Camilleri, Alvaro Piccardi, Ninni Bruschetta, Walter Pagliaro, Gigi Proietti, Dario Fo e tanti altri. A farlo esordire al cinema, nel 1989, è Francesco Calogero (con Ninni Bruschetta e Donald Ranvaud) in Visioni private, prima di una ventina di opere, dirette da registi quali Eros Puglielli, Anne-Riitta Ciccone, Alessandro Siani. Di rilievo le sue interpretazioni ne Il gioiellino di Andrea Molaioli, il corto Il premio di Ermanno Olmi, e nei tre film di Pierfrancesco Diliberto (Pif) La mafia uccide solo d’estate, In guerra per amore e E noi come stronzi rimanemmo a guardare. Intensa anche la sua attività di attore per il piccolo schermo, dove partecipa a decine di serie di successo, come Il commissario Montalbano o Il capo dei capi, o le più recenti Blood & Treasure (CBS) e Incastrati di Ficarra e Picone per Netflix, collaborando spesso con Maurizio Zaccaro (con cui gira sei film) e con Carlo Carlei (con cui gira da coprotagonista Il giudice meschino e La fuggitiva).

ANTONIO ALVEARIO
Si forma alla Scuola dell’INDA di Siracusa, iniziando la carriera con spettacoli classici, per approdare poi al teatro civile di Sciascia, Fava e Pasolini. Significativo il suo percorso nella compagnia di Leo De Berardinis, con cui lavora dal 1993 al 1999, e con la compagnia Katzenmacher di Alfonso Santagata (2004-2012), senza dimenticare le esperienze continuative con Enzo Vetrano e Stefano Randisi, nonché Ninni Bruschetta, Roberto Bonaventura e il gruppo Nutrimenti Terrestri. Viene anche diretto da Carlo Cecchi, Roberto Guicciardini, Antonio Calenda, Egisto Marcucci, Vincenzo Pirrotta, Francesco Scianna, Claudio Gioè. Nel 1987 esordisce al cinema con La gentilezza del tocco di Francesco Calogero, con cui collabora anche in Visioni private (1989) e Seconda primavera (2015). Pierfrancesco Diliberto (Pif) gli affida il ruolo di Totò Riina ne La mafia uccide solo d’estate (2013), e lo richiama per In guerra per amore (2016), mentre per Christian Bisceglia recita in Agente matrimoniale (2006) e nell’horror Cruel Peter (2019). Molto richiesto anche nelle produzioni televisive – tra cui Squadra Antimafia, Il giovane Montalbano, La concessione del telefono, Màkari – di recente appare in ZeroZeroZero, tratto dall’omonimo romanzo di Roberto Saviano, e Solo per passione-Letizia Battaglia fotografa, diretto da Roberto Andò.

FRANCESCO CALOGERO
Laureato in Giurisprudenza, dopo un’intensa attività cineclubistica dirige varie rassegne cinematografiche – tra cui il Taormina Film Festival 2020 – e tiene seminari e laboratori di cinema in molti licei italiani, oltre che corsi all’Università di Messina, all’UNINT e allo IULM di Roma. Dopo qualche corto e un lungometraggio amatoriale, inizia a collaborare con Nutrimenti Terrestri dirigendo La gentilezza del tocco (1987), presentato in numerosi festival internazionali dopo la prima a San Sebastian, e vincitore di vari premi, tra cui il Fipresci (Troia IFF) e il Sacher d’Oro. Dopo i lungometraggi Visioni private (1989, codir. N. Bruschetta, D. Ranvaud) – proiettato in molti festival, tra cui Torino, Rotterdam, Berlino – e Nessuno (1992), firma con Ninni Bruschetta il testo teatrale de Il battello degli amanti, e l’adattamento della pièce I carabinieri, di Beniamino Joppolo, presentata alle Orestiadi di Gibellina 1994. Si dedica poi alla messa in scena di opere liriche, tra cui Cavalleria rusticana, Pagliacci, Norma, La sonnambula. Torna al cinema con Cinque giorni di tempesta, presentato alla Mostra di Venezia 1997, e vincitore del Grand Prix ad Annecy. Dopo aver diretto Metronotte (2000) esordisce nella regia di documentari con L’implacabile tenente Rossi (per la serie “I Diari della Sacher”, 2002), presentato a Locarno, seguito da Nella terra del Padrino (2012), sui set siciliani di F.F. Coppola. Nel 2013 fonda con Mia Arfuso la società “Polittico”, con cui produce, oltre a scrivere e dirigere, Seconda primavera (2015), che vince premi in Italia, Spagna, USA, Canada e Regno Unito, contribuendo in modo significativo anche al Prix Sergio Leone alla carriera, assegnatogli al 34° Cinéma Italien di Annecy.


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