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Catania, Acciaierie di Sicilia ferma la produzione. Suriano (Unione Popolare): “Conseguenza di politiche scellerate sulla guerra”

Acciaierie di Sicilia aveva già fermato le linee produttive a giugno e a luglio e poi aveva bloccato gli impianti per tutto il mese di agosto lasciando a casa i circa 500 dipendenti, compresi quelli dell'indotto

Crisi energetica e lavoro. In Sicilia si rischiano nuove crisi industriali. Da ultimo il gruppo Alfa Acciai che a Catania ha Acciaierie di Sicilia, che produce tondini di acciaio per il cemento armato, ha annunciato due settimane di fermo a causa dei costi insostenibili dell’energia e a un conseguente calo di commesse. Acciaierie di Sicilia aveva già fermato le linee produttive a giugno e a luglio e poi aveva bloccato gli impianti per tutto il mese di agosto lasciando a casa i circa 500 dipendenti, compresi quelli dell’indotto. Sulla questione è intervenuta la deputata Simona Suriano, capolista in Sicilia per Unione Popolare.

“Il nuovo stop di Acciaierie di Sicilia – dice Suriano – è un segnale allarmante. Si rischia di desertificare l’industria siciliana con circa 500 lavoratori potenzialmente a rischio nel silenzio assordante delle istituzioni sia locali, come la Regione, sia nazionali, come il Governo e il Mise. La crisi energetica è frutto delle politiche scellerate intraprese dal governo Draghi sul conflitto in Ucraina: scelte che stanno portando impoverimento per i cittadini e disoccupazione. Dopo la crisi dovuta al Covid adesso le aziende e le famiglie devono affrontare le ripercussioni delle sanzioni e come Unione Popolare abbiamo chiesto sin dal principio politiche diverse, tese a cercare una soluzione pacifica, e sostegni concreti per i lavoratori e i cittadini. Auspico una rapida inversione di tendenza con un supporto vero da parte dello Stato che non può far morire in questo modo importanti realtà industriali del Mezzogiorno”.


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