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“Caso” Pubbliservizi. Suriano (Misto) al Mise: “mancato risanamento messo in campo dal commissario e gestione che necessita di maggiore trasparenza”

La partecipata in house della Città Metropolitana etnea conta circa 360 dipendenti

La deputata del gruppo Misto Simona Suriano ha presentato una interrogazione al Ministero dello Sviluppo Economico in merito alla gestione commissariale della Pubbliservizi, la partecipata in house della Città Metropolitana etnea che conta circa 360 dipendenti. Secondo le sigle sindacali sarebbe stato disatteso il piano di risanamento e il debito della società sarebbe aumentato, passando da 6 a 18 milioni di euro.

“La gestione di una società pubblica, specie se commissariata, merita trasparenza. Al momento occorre che si faccia luce sulla Pubbliservizi perché le sigle sindacali hanno denunciato da tempo opacità e una gestione che avrebbe disatteso il piano di risanamento approvato dalla sezione del tribunale fallimentare di Catania – dice Suriano – La società conta 360 dipendenti che debbono essere garantiti così come debbono essere garantiti i servizi che eroga. Dal 2018 è stata commissariata dal Miste per via dell’operazione che ha portato agli arresti del presidente Messina e vi era un buco di bilancio di 6 milioni che ha spinto alla gestione di un commissario giudiziario volta al risanamento. Un piano che non ha portato i suoi frutti visto l’aumento del debito e le denunce relative alla cattiva gestione partite anche dal presidente Molino. Il commissario oltre a disattendere il piano di risanamento su citato sembrerebbe non andare d’accordo con i sindacati e secondo quanto denunciato dalla stampa locale nei bilanci della Pubbliservizi spa risulterebbero anche acquisti di beni personali. Occorre che il ministero attui una verifica specie alla luce delle segnalazioni pervenute dal sindacato Conf.A.L.I-Sifus e di un’altra interrogazione parlamentare. Come mai la Publiservizi spa non solo affida appalti a terzi ma contestualmente il commissario attinge alla FIS (fondo integrativo salariale) ovviamente senza averne i requisiti come più volte segnalato da Conf.A.L.I-Sifus all’INPS di Catania, alla Guardia di Finanza e alla Città Metropolitana, che continua a pagare tutto il canone senza riduzione mentre parte del personale è in FIS?”.


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