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Caro materiali e aumento di carburante e gas: l’allarme di Ance Catania e di Cgil, Cisl, Uil e Ugl

I sindacati hanno scritto al Prefetto di Catania per chiedere un incontro urgente sulla delicata questione del rincaro dei costi per l'energia, per il carburante e l'indiscriminato aumento esponenziale dei prezzi al dettaglio

“Il settore delle costruzioni rischia di fermarsi ancora una volta: l’impennata dei prezzi e la difficoltà di reperire i materiali sono ormai un dato di fatto. Chiediamo interventi immediati perché il rischio è il blocco dei cantieri, tutti, compresi quelli del Pnrr; quindi il blocco del Paese e dell’intero sistema economico”. Questo l’allarme lanciato dal presidente di Ance Catania Rosario Fresta, “non un grido isolato – sottolinea – ma un appello che si unisce a quello di tutto il comparto, nessuno escluso; un grido corale che interessa tutto il nostro Paese: l’Italia, che va da Sud a Nord, senza eccezione alcuna”.

“I prezzi dei materiali – evidenzia Fresta – già raddoppiati nell’ultimo anno, non hanno arrestato la loro corsa al rialzo. A ciò si aggiunge la difficoltà di reperire, se non a costi elevati e insostenibili, bitume, acciaio, alluminio e altri ancora. E anche l’elevato rialzo dei prezzi di carburante e gas, che sta mettendo in difficoltà il settore dei trasporti e del movimento terra, prioritari nel comparto, compresa la gestione delle consegne. Tanti i segnali degli associati in merito al rischio di un fermo dei cantieri. Una situazione fuori controllo. Emergenze che le misure varate finora non possono in alcun modo arginare, come già sottolineato dal presidente Ance nazionale Gabriele Buia”.

“Occorrono contromisure immediate, come l’adeguamento automatico dei prezzi ai valori correnti per tutte le stazioni appaltanti e misure efficaci di compensazione degli aumenti subiti, perché nessuna impresa sarà in grado di realizzare le opere che gli sono state commissionate – sottolinea Fresta – In questo modo del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza resterà solo un bel documento e al nostro Paese la sconfitta per una ripresa mancata, unica nel tempo e nel suo genere. Certo non ignoriamo la gravità del momento e le difficoltà che il Governo nazionale sta affrontando, ma il grido di allarme lanciato da Ance a tutti i livelli, nazionale, regionale e territoriale, richiede risposte concrete e immediate e non accettiamo l’idea che possa essere sottovalutata o posticipata una radicale soluzione. Alta l’attenzione al Pnrr che proprio in questi mesi dovrà entrare nella fase attuativa per rispettare le stringenti scadenze necessarie per l’ottenimento dei fondi. Per questo Ance Catania, nell’ambito di un monitoraggio nazionale sullo stato della progettazione, ha avviato un’indagine presso le Amministrazioni locali, destinatarie a livello nazionale di quasi la metà dei 108 miliardi di euro di investimenti di interesse per il settore. Una rilevazione che attraverso i dati raccolti sulla base di una scheda inviata ai Comuni Etnei, ha l’obiettivo di rilevare in modo aggregato le eventuali criticità, così da consentire di trovare per tempo le soluzioni più opportune per evitare il rischio di perdita del finanziamento, perché, accanto alla preoccupazione sull’andamento dei prezzi e sulla disponibilità dei materiali, si aggiunge il timore sulle reali capacità delle amministrazioni di portare avanti le iniziative. Una scommessa il Pnrr che va giocata in squadra”.

I segretari territoriali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl di Catania, esprimendo il sentimento anche delle federazioni provinciali di categoria, hanno inviato questa mattina una lettera al Prefetto di Catania Maria Carmela Librizzi per chiedere un incontro urgente sulla delicata questione del rincaro dei costi per l’energia, per il carburante e l’indiscriminato aumento esponenziale dei prezzi al dettaglio. Un accorato appello, quello a firma di Carmelo De Caudo, Maurizio Attanasio, Enza Meli e Giovanni Musumeci, che non nasconde la fortissima preoccupazione per il pericolo di perdita progressiva dei livelli occupazionali e di una possibile allarmante criticità per la tenuta economica e sociale dell’intero territorio metropolitano.

Abbiamo la percezione che la situazione possa sfuggire di mano in breve tempo – dicono i sindacalisti – rischiando di provocare presto anche serie problematiche per l’ordine pubblico. È un timore reale, non vorremmo di certo soffiare sul fuoco, ma le notizie che giungono da più parti di imprese in seria difficoltà e famiglie giunte allo stremo, ci fa riflettere sull’impellenza di confrontarci sul da farsi in un apposito tavolo di crisi con le istituzioni competenti. Qualche azienda ha dovuto rallentare, ricorrendo agli ammortizzatori sociali, con la prospettiva di fermarsi totalmente. Altre piccole imprese, nel silenzio generale, hanno già chiuso o stanno pensando di abbassare definitivamente la saracinesca. Tutte asfissiate dal raddoppio (se non triplicazione) dei costi di luce e gas e dal notevole aumento del prezzo dei carburanti e delle materie prime. Stesso disagio che stanno provando i lavoratori e le famiglie (che non si sono visti aumentare gli introiti), che stanno ricevendo bollette gonfiate e si trovano a dover acquistare prodotti con un rincaro anche del 100% . Si sta per creare una spirale in cui diventerà sempre più difficile vendere e comprare, causando un impoverimento generale dove i veri poveri verranno raggiunti da una notevole sacca di nuova povertà. Questo, ovviamente, a vantaggio della criminalità organizzata, ma anche a danno della sicurezza di tutti per via dell’incremento della microcriminalità. La disperazione potrebbe anche portare tanti soggetti su strade che, fino ad oggi, mai avrebbero pensato di percorrere. Chiediamo quindi tempestive contromisure, anche tramite l’aumento dei controlli previsti dalla Legge, soprattutto contro chi con la scusa della guerra tra Russia e Ucraina sta tentando di speculare sulla pelle dei lavoratori. C’è infatti un ingiustificato, indiscriminato ed incontrollato aumento dei prezzi anche su prodotti che non c’entrano nulla con il conflitto purtroppo in corsa. Questo è un vero e proprio atto criminale che va perseguito! E non bisogna dimenticare anche le difficoltà che stanno vivendo gli enti comunali, già massacrati dalla pandemia e dalla crisi economica, che a breve lamenteranno una contrazione delle entrate visto che molti utenti non potranno riuscire ad assolvere agli obblighi tributari. Con la conseguenza che a risentirne di questa condizione saranno i servizi pubblici essenziali (si pensi alla raccolta dei rifiuti ed al trasporto pubblico locale). E’ il momento di fare fronte comune e per questo ci affidiamo alla sensibilità del Prefetto, confidando in un suo celere ed autorevole intervento”.


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