Cala il sipario nel segno del divertimento sulla stagione 2022/2023 al Teatro Angelo Musco. Per l’occasione, andrà in scena una nuova divertentissima produzione firmata associazione culturale ABC. Gino Astorina sarà il protagonista di “Capra… ma non troppo!”, in trio con Eduardo Saitta e Antonello Capodici, che ne firma anche la regia.
Nove le repliche previste: giovedì 18 maggio (ore 19), venerdì 19 maggio (ore 21), sabato 20 maggio (ore 17.30 e 21), domenica 21 maggio (ore 18), venerdì 26 maggio (ore 21), sabato 27 maggio (ore 17.30 e 21), domenica 28 maggio (ore 18).
“Molto liberamente ispirato ad un classico dell’autrice franco-iraniana Jasmine Reeza – spiega Capodici – “Capra… ma non troppo!” è la storia di tre solitudini. Tre uomini – non troppo lontani, non troppo vicini alla crisi della mezza età – che tentano di dare un significato a tutte le cose che, irrimediabilmente, hanno perso; compresa una amicizia che affonda l’origine in una remota “golden age” collettiva. Oggi – continua Antonello Capodici – questi tre reduci, feriti, stropicciati, abbandonati dalle donne, dalle illusioni, umiliati dal passare degli anni, litigano e si commuovono davanti ad un enigmatico quadro d’autore, pagato la sciocchezza di quarantamila euro. Un quadro integralmente, totalmente, inequivocabilmente bianco; o forse no. Capita però che le tre storie separate confluiscano in una commedia unica, e che le tre solitudini ridiventino una sola vicenda: di solidarietà, di reciproco soccorso, di amore”.
Sergio, che ha comprato il quadro (capolavoro? “bluff” clamoroso? truffa spudorata?) sembra il più in crisi; ma Marco – assertivo, deciso, un po’ fascista – non lo sarà da meno; né il terzo – il fragile Ivano – risulterà meno protagonista di un passaggio che, come spesso capita negli uomini, mima una specie di rito adolescenziale celebrato con colpevole ritardo.
Gino Astorina è perfetto nel ruolo dell’esilarante dermatologo appassionato d’arte, che vede fantasmagoriche provocazioni intellettuali in forma di colori invisibili; mentre Eduardo Saitta disegna un sorprendente “fallito di successo”, umorista inatteso, “stand up” nascosto dietro spesse lenti da miope.
“La nostra versione – aggiunge Capodici – corrosiva, comica, persino surreale come certe farse “slapstick”, spinge il pedale farsesco, portando la risata oltre il limite del “politicamente corretto” e trasfigurandola, così, in un gesto sinceramente liberatorio. Si ride, ci si picchia, ci si commuove, ci si incazza, ci si abbandona e poi ci si ritrova: non è così che accade, in tutte le grandi storie d’Amore?”.
© Riproduzione riservata - Termini e Condizioni
Stampa Articolo
© Riproduzione riservata - Termini e Condizioni