“Dovrebbe essere il comune di Catania a conferire i rifiuti al di fuori della regione, liberando gli spazi per i cittadini di quelle comunità che da anni differenziano. Appare peraltro davvero surreale ed inverosimile che il direttore del Dipartimento rifiuti autorizzi quei conferimenti che, il giorno dopo, il direttore di un altro dipartimento blocca. So bene che le responsabilità non sono addebitabili alla conduzione dell’assessore, tanto più che, come ho già scritto, non sono alla ricerca di capri espiatori. Ritengo però assolutamente ingiusto che i nostri concittadini – passati in questi anni dall’1,5 a più del 50% di raccolta differenziata – debbano continuare a svegliarsi, nel pieno di una stagione turistica di grande richiamo, con la città disseminata di rifiuti. Siamo in emergenza e temo che la Regione non ne abbia ancora realmente compreso l’entità e le conseguenze”. Il sindaco di Siracusa, Francesco Italia, replica così alle parole dell’assessore regionale ai Rifiuti, Daniela Baglieri, che in realtà si è limitata a intimare agli enti locali di potenziare la differenziata nel tentativo di raggiungere il tanto agognato 65% ipotizzando l’invio all’estero dei rifiuti siciliani. “Da tempo – aveva detto l’assessore – abbiamo diffidato tutti i Comuni siciliani ad aumentare la raccolta differenziata, così da diminuire la quantità di rifiuti da smaltire presso le discariche siciliane, che – come ormai noto – a furia di ricevere più del doppio della spazzatura che dovrebbe essere conferita – si avviano verso la chiusura, ovvero sono già esaurite come l’impianto di Lentini”.
Al primo cittadino aretuseo le recenti dichiarazioni dell’assessore Baglieri non sono piaciute perché non forniscono soluzioni per quei territori che stanno affrontando un’emergenza senza precedenti in tema di spazi per il conferimento dei rifiuti indifferenziati e appaiono “particolarmente stridenti là dove si prova a scaricare la responsabilità su altri. La cartolina di una Sicilia invasa dalla spazzatura nell’estate 2022 è una macchia che va oltre le singole responsabilità. Un’immagine che segna irreparabilmente il fallimento complessivo, in tema di rifiuti, di una classe politica che negli ultimi 20 anni ha governato in Sicilia”.
Effettivamente nell’ultimo quinquennio, la maggior parte dei comuni non solo della provincia di Siracusa ha invertito la rotta in tema di raccolta differenziata raggiungendo percentuali considerevoli. Di contro, la maggior parte delle Srr non è riuscita a pianificare soluzioni risolutive per ciò che attiene all’impiantistica, praticamente ferma ancora all’anno zero. Proprio per sbloccare il sistema degli impianti, tutte le Srr della Sicilia orientale, all’indomani della bocciatura da parte dell’Assemblea regionale del disegno di legge di riforma governativo sui rifiuti, nell’ormai lontano marzo 2020, furono commissariate. Ma senza risultato.
“In un sistema malato e fortemente condizionato, come quello dei rifiuti, nemmeno i commissari, in due anni, sono riusciti a modificare lo status quo. E a nulla è servito aver manifestato, tra i primi come provincia di Siracusa, più di un anno fa, nel marzo del 2021, la disponibilità alla realizzazione di termo-utilizzatori – conclude Italia – Come l’assessore Baglieri dovrebbe sapere, le gare effettuate da alcune SRR per portare i rifiuti all’estero sono andate tristemente deserte. Se è vero che, come l’assessore sostiene, esistono spazi sufficienti per garantire il 35% di conferimento dei rifiuti indifferenziati negli impianti siciliani esistenti, qualcuno dovrà spiegare ai cittadini delle province di Messina, Siracusa e Catania perché la discarica di Sicula Trasporti è congestionata, per lo più a causa dei rifiuti del comune di Catania che in questi anni ha fatto nulla o poco più di nulla in tema di differenziata”.
Con l’emergenza che si sta vivendo a Catania non si può parlare più di strade sporche ma di una città che affoga nella spazzatura e che, a macchia di leopardo, sta diventando una immensa terra dei fuochi dove cassonetti e montagne di sacchetti vengono dati alle fiamme nel tentativo criminale di eliminare il problema. Nelle vie e nelle piazze la protesta della gente non fa che montare. Cittadini che si rivolgono alle istituzioni preposte chiedendo interventi e soluzioni urgenti.
“Le proteste ormai non si contano più – dichiara il consigliere del II municipio Andrea Cardello – se prima la gente si muniva di scopa e paletta per eliminare le poche cartacce presenti, adesso servono i bobcat per sgomberare i marciapiedi oppure liberare le pensiline dell’Amt dalla spazzatura. In alcuni casi l’amministrazione comunale e le ditte preposte hanno provveduto a rimuovere i rifiuti ma, nel giro di poche ore, l’inciviltà di troppa gente ha riportato il tutto allo stato di originario degrado. Per questo serve un’azione congiunta a 360° che, oltre a eliminare la spazzatura che si accumula, preveda controlli a tappeto della polizia municipale che possa individuare e multare gli incivili che non rispettato la città. Catania – conclude Cardello – si trova in una situazione mai vissuta prima e per uscirne servono soluzioni drastiche e radicali”.
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