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Attingendo alle viscere di Catania, Savì Manna mette in scena il racconto lucido di una passione verso il proibito

Con “Patrizzia, la vera storia di una sensation seeker” l’attore e regista catanese prosegue la sua ricerca attoriale e linguistica fissando l’attenzione su un personaggio ai margini della società, metafora della Sicilia

Il racconto lucido di una passione verso il proibito e della disperata ricerca di un quotidiano sempre sopra le righe. Una storia “forse vera”, che comunque attinge alle cronache catanesi dei primi Anni ’80. È “Patrizzia, la vera storia di una sensation seeker” spettacolo scritto, diretto e interpretato da Savì Manna che ha debuttato nel 2015 ed è stato subito accolto dal consenso di pubblico e critica, che sarà messo in scena sabato 8 ottobre ore 21, al Bastione degli Infetti di Catania (via Torre del Vescovo 3) nell’ambito di “Dreamaturgy Zone. Aree protette di coltivazioni poetiche” incluso nel progetto “Palcoscenico Catania. La bellezza senza confini” del Comune di Catania, realizzato grazie a fondi ministeriali.

Siamo a Catania. La protagonista del monologo, Patrizzia (le due z non sono un errore d’ortografia), ha 50 anni e lavora allo storico mercato catanese della Pescheria. Patrizzia oggi per campare vende il pesce, ma non ha fatto sempre questo nella vita. Alle prime luci dell’alba, seduta su una poltrona nera, nell’intimità della sua casa, racconterà al pubblico la sua storia eccezionale. Quelli come lei li chiamano “sensation seeker”, cercatori di sensazioni: uomini e donne dipendenti da stimoli intensi ed esperienze estreme, perché alla continua ricerca di adrenalina pura. Patrizzia, moderna sirena, ammalia chi la ascolta cantando le vicende della sua vita avventurosa nell’unica lingua che conosce, il dialetto catanese. ’U me restinu ié siggnatu. Iè nuddu mi po’ ddari abbentu, tutti sa fanu a’ lagga ri mia iè hanu centu voti raggiuni a farisilla a’ lagga ri mia. ‘A verità ié ca jù ri intra sugnu china china ri medda. Chissa ié ‘a verità.

“Patrizzia. La vera storia di una sensation seeker” è il racconto lucido di una passione verso il proibito e della disperata ricerca di un quotidiano sempre sopra le righe. Contro ogni retorica e conformismo. Dopo Lupo, Sheet e Importante, molto importante, Savì Manna prosegue la sua ricerca attoriale e linguistica fissando l’attenzione, ancora una volta, su un personaggio ai margini della società, metafora della Sicilia, una terra periferia dell’Occidente. Patrizzia è anche testimone di un’identità di genere frammentata, smarrita, nella quale le costruzioni simboliche di appartenenza sessuale si destrutturano e si ricompongono in un conflitto interno incessante: ricercare una propria identità per sopperire alla mancanza di relazioni fondanti ed identificative. Espressione di una sofferenza e di un conflitto che si traduce in atteggiamenti provocatori e spesso violenti che la condannano nel tremendo gioco di vittima e carnefice, Patrizzia è un veliero senza timone. In questa indagine sulle sfumature più nascoste e contraddittorie dell’umano, il ricorso al dialetto non è mai mezzo di rappresentazione realistica e conservatrice, bensì possibilità di espressione immediata e immaginifica, capace di trasformare la realtà in astrazione leggendaria.

“Patrizzia, la vera storia di una sensation seeker” è senza ombra di dubbio il lavoro che più mi ha messo in crisi – scrive Savì Manna nelle note di regia -. Eppure il suo concepimento è stato, oserei dire, involontario. La prima bozza la scrissi di getto una notte a Milano, dopo un’eccessiva bevuta di sake, l’alcolico giapponese. Occasione più unica che rara considerando il fatto che di norma sono astemio. Il mattino successivo mi svegliai intontito e con un foglio sul viso, che non ricordavo neanche di aver scritto. Rileggendo e decifrando le mie stesse parole, mi accorsi che la storia che avevo immaginato era davvero incredibile. La lasciai fermentare per un po’ prima di ritornarci. Viaggiammo insieme in lungo e in largo per l’Italia. Ma dopo un concepimento così naturale, non riuscivo a superare delle difficoltà interpretative: la storia mi convinceva ma qualcosa mi sfuggiva, lo stesso personaggio. Non mi sentivo credibile. Ho provato a confrontarmi con il regista e amico Claudio Collovà, ma tutto andava in direzione contraria al punto in cui mi trovavo. Ero turbato. Poi una sera, seduti a un tavolo della Vucciria, nel cuore del centro storico di Palermo, mentre cercavo di dare forma alle mie perplessità, si è materializzata Patrizzia – continua Manna -. Per la prima volta nella mia vita ho incontrato il personaggio di uno spettacolo già scritto, e non nego che ho avuto paura: sono stato insultato, quasi aggredito fisicamente, e costretto per un lasso di tempo indefinibile a restare in sua compagnia. Infine con diplomazia, o semplicemente per spirito di conservazione, sono riuscito a uscirne indenne. Era il segnale che aspettavo. La chiave di volta che stavo cercando mi è stata fornita dalla stessa realtà. Patrizzia è il difetto, l’indicibile, il lato oscuro della mia città, ciò che nessuno vuole vedere o sentire, ma di cui tutti siamo complici. È quella furia sciocca, volgare e indomabile, che si respira e si perpetua tra le strade di Catania”.

Patrizzia. La vera storia di una sensation seeker

di, con e regia Savì Manna

scenografie e disegno luci Salvo Pappalardo

produzione Leggende Metropolitane

coproduzione Retablo

Con il patrocinio del Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università degli Studi di Catania

Trailer dello spettacolo: https://www.youtube.com/watch?v=V7fcfGq6i1o&feature=youtu.be

Savì Manna, catanese classe 1971, è autore, attore e regista teatrale di successo. Nel 2022 dirige, ed è l’unico interprete in uno dei capolavori del drammaturgo Carmelo Vassallo Lupo.  Sempre nello stesso anno è attore protagonista con un doppio ruolo “Nino Martoglio e Nunzio Rametta” nello spettacolo Dal tuo al mio di G. Verga, per una produzione del Teatro Stabile di Catania. I suoi spettacoli sono: Ogni storia ha la sua musica (2018), un melodramma sulla Shoah, testo finalista al concorso europeo di drammaturgia Premio Tragos nel 2014; Patrizzia, la vera storia di una sensation seeker (2015); Importante, molto importante (la trilogia) del 2012 (da cui è stato tratto l’omonimo film diretto da Alessandra Pescetta); Turi Marionetta (2009) è la sua prima opera, lo spettacolo, vanta quasi 90 repliche sia in Italia che all’estero, Canada e Francia. Ha lavorato nella compagnia di Carmelo Vassallo – al quale ha dedicato nel 2021 il libro “Carmelo Vassallo – Teatrale Incontro”- mettendo in scena gli spettacoli Donna Nedda (2005) e Lupo (2007). Dal 1998 al 2003 ha fatto parte della compagnia di artisti di strada “I Batarnù”. Compie i suoi primi passi come attore a metà degli anni ‘90, presso la compagnia Nuovo Teatro Stabile di Mascalucia (CT) diretta da Mario Re. Savì Manna ha vinto diversi premi di drammaturgia, tra cui il Festival Potenza Teatro nel 2010 e il Premio Vernacolo Bordighera nel 2014. Suona da più di vent’anni il violino rigorosamente da autodidatta.


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