Dal 27 al 30 ottobre, al Palazzo della Cultura di Catania, andrà in scena Riportami là dove mi sono perso, una produzione di Officine Gorilla e Teatro della Juta. Lo spettacolo rientra all’interno della programmazione del Catania Off Fringe Festival, il festival internazionale del teatro Off e delle arti performative, una prima edizione inedita e appassionante, fedele allo spirito dei Fringe festival e alla voglia di coinvolgere tutti i cittadini in una grande festa del teatro e delle arti.
Il progetto si inserisce nella produzione di testi e spettacoli che le Officine Gorilla portano avanti dal 2016, diventando quasi un seguito, una prosecuzione ideale, ma solo nei temi di fondo, del precedente lavoro Love Date-not a love story. Il fil rouge è la forte componente liquida dei personaggi: Emma e Theo vivono la loro relazione fondata su sentimenti profondi, in forte contrasto con il mondo che li circonda, una realtà esterna fatta di delusioni e sconfitte, di mancanza di futuro familiare e professionale.
Questa è la società attuale, quella che decreta la sconfitta della generazione dei trentenni e la difficoltà dei rapporti è tale da suscitare il desiderio di tornare là dove tutto si è guastato, interrotto, perduto, forse sotto un mucchio di oggetti vecchi che si sono accumulati e bisogna gettare via. Il mondo esterno attraversa le mura di casa e distrugge il loro equilibrio con telefonate che generano invidia e frustrazione e spot pubblicitari che inneggiano a bisogni sempre più ingombranti. I due ragazzi cercano rifugio in qualcosa che nemmeno loro sanno cosa sia o dove stia. Indietro non si torna ma da qualche parte dovranno pur (ri)comincare.
Una storia ordinaria per comprendere le dinamiche di una realtà immobile, di un mondo assopito al quale è possibile sottrarsi con fatica e nel quale il progresso sembra quasi un’utopia. La regia e la drammaturgia sono affidate a Luca Zilovich; in scena Michele Puleio e Maria Rita Lo Destro; le voci off sono di Giulia Trivero e Paolo Arlenghi e il Disegno luci di Enzo Ventriglia. Riportami là dove mi sono perso è stato finalista all’Arezzo Crowd Festival 2019, selezionato per il Nolo Fringe Festival 2019 (Milano) e selezionato al Festival Fabbricanti di Mondi 2019 (Milano).
Officine Gorilla è un collettivo teatrale costituitosi nel 2016 per realizzare spettacoli con drammaturgie inedite. Il nucleo originale del collettivo è costituito da Luca Zilovich autore e regista, Michele Puleio, Martina Tinnirello e Giulia Trivero, attore e attrici. Per la realizzazione della prima produzione del collettivo si sono poi aggiunte le attrici Erica Landolfi e Maria Rita Lo Destro.
Nel 2016 debutta con lo spettacolo Love Date – Not a love story, finalista al concorso “Attori sul cassetto, Attori sul comò” del teatro Lo Spazio di Roma e al “Premio Laura Casadonte 2016” di Crotone. Lo spettacolo viene inoltre selezionato al “Poverarte Festival 2017” di Bologna e all’ “HereX Festival” di Torino. Nel 2018 debutta al Teatro Sociale di Valenza la seconda produzione di drammaturgia originale del collettivo, Riportami là dove mi sono perso, spettacolo finalista ad “Arezzo Crowd Festival”, selezionato per il “Nolo Fringe Festival” di Milano nel 2019 e per il “Catania Off Fringe Festival” 2022.
Nello stesso anno il collettivo avvia un’intensa collaborazione con l’Associazione Commedia Community, affiancandola nella direzione artistica delle stagioni teatrali – selezionate dal progetto Corto Circuito della Fondazione Piemonte dal Vivo – del Teatro della Juta di Arquata Scrivia (AL) e del Teatro Civico di Gavi (AL), e co-producendo nel 2019 il terzo spettacolo di drammaturgia contemporanea: Blasé, vincitore nell’estate del 2022 del Premio Castello – Il Giardino delle Ore di Erba (CO).
Accanto all’attività di produzione teatrale, Officine Gorilla svolge anche un’importante attività laboratoriale e di formazione. I laboratori sono ispirati agli spettacoli che vengono messi in scena; non sono quindi solo un momento di formazione ma anche di incontro tra pubblico e attore, in cui entrambi sono sullo stesso piano: quello della creazione artistica. Il desiderio del collettivo è quello di creare un’impresa culturale, che lavori in sinergia col territorio che la ospita e che preveda progetti artistici con una ricaduta sociale sulla collettività.
© Riproduzione riservata - Termini e Condizioni
Stampa Articolo
© Riproduzione riservata - Termini e Condizioni