Una profonda novità coinvolge le molte persone single in Italia. Anche per loro, così come avviene da anni per le coppie sposate, potranno adottare bambini dall’estero. Lo ha deciso la Corte Costituzionale, con la sentenza numero 33, che ha dichiarato incostituzionale un articolo della legge 184 del lontano 1983, nella parte in cui non include i single tra le persone giuridiche che possono adottare un minore straniero residente all’estero.
Una lunga battaglia legale intrapresa da Raffaella Brogi, magistrata senese, e aspirante mamma sul cui caso si è pronunciata la Consulta. I single potranno accedere alle stesse procedure adottive previste per le coppie unite in matrimonio, che finora erano le uniche a poter presentare richiesta di adozione internazionale, a condizione di essere sposate da almeno tre anni. Una volta ottenuta l’idoneità all’adozione, sarà il Paese estero a valutare se esiste un bambino compatibile per l’adozione da parte di quell’aspirante genitore, come avviene anche per le coppie di aspiranti genitori sposati.
“È una novità fondamentale – ha detto ai nostri microfoni Maria Elena Parisi, avvocato ed esperta in diritto di famiglia e suoi minori – che trova riscontro in una società notevolmente cambiata, ed era necessario intervenire. L’importanza della sentenza, oltre che nell’interpretazione della normativa, è nella motivazione: il diritto al minore di età di avere una famiglia”.
Negli ultimi anni le richieste di adozione sono in calo. Le famiglie che volevano adottare un minore nel 2021 erano 7.900. Nel 2006 si era raggiunto il dato più alto, oltre 16.500. Stessi andamenti per le adozioni internazionali: le richieste furono 6.331 nel 2001, appena 1.612 nel 2021. I dati più recenti, riferiti al primo semestre del 2024, confermano una diminuzione del 5,6 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, e del 14,3 rispetto al 2022. Tra i Paesi in cui sono più numerose le adozioni di coppie italiane, oltre all’India, ci sono l’Ungheria e l’Europa dell’Est in genere, con una crescita maggiore registrata su minori provenienti dall’Ucraina come effetto diretto della guerra che coinvolge il Paese da oltre tre anni.
La normativa però riguarda solo i minori stranieri residente all’estero. Non per il nazionale. “È l’abnormità di certe discipline – ha concluso Parisi – e rimette al legislatore il tema. Noi così avremo due tipi di figli, di Serie A e di Serie B. I nostri devono avere la famiglia, quelli che vengono da fuori è sufficiente un single. Non è accettabile”.
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