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A Catania nasce un Piano di Azione Locale per migliorare i servizi di accoglienza

La presentazione ufficiale venerdì 25 novembre alle 15.30

Otto mesi intensi di lavoro, 343 le persone accolte, una poliedricità di servizi messi in campo per costruire percorsi di integrazione per le persone straniere. Dall’assistenza legale a quella lavorativa, dal diritto alla salute a quello di vivere in un contesto inclusivo e connesso.

È questa la fotografia che emerge dal polo sociale integrato di Catania, finanziato dalla Regione siciliana, assessorato della Famiglia, delle Politiche sociali e del lavoro, ufficio speciale immigrazione attraverso il progetto Su.Pr.Eme. Italia – finanziato dai fondi AMIF (Emergency Funds della Commission Europea – DG Migration and Home Affairs) e dal quale è nato un Piano di Azione Locale per migliorare i servizi di inclusione sociale della città di Catania e di contrasto allo sfruttamento lavorativo.

Il Piano di Azione sarà presentato venerdì 25 novembre, alle 15.30 negli spazi della biblioteca comunale “V. Bellini”, insieme a Federico Portoghese – commissario straordinario del Comune di Catania; Michela Bongiorno – dirigente dell’ufficio speciale immigrazione della Regione siciliana; Sebastiano Anastasi – presidente della commissione Diritti umani e politiche sociali; Lucia Leonardi – responsabile del PO programmazione della direzione famiglia e politiche sociali del Comune di Catania; Marcella Signorelli – responsabile della P.O. inclusione; Sabina Murabito – responsabile della P.O. sistema bibliotecario; Luciano Maria D’Angelo, coordinatore Sicilia Com. In 4.O; i rappresentanti delle amministrazioni, degli enti del terzo settore e delle associazioni che hanno sottoscritto il patto per l’inclusione, elaborato lo scorso anno e che ha contribuito in maniera determinante alla nascita del polo sociale integrato.

In pochi mesi il polo sociale integrato è diventato un punto di riferimento per i cittadini stranieri, diventando un luogo funzionale dove l’Amministrazione pubblica dialoga con le realtà del privato sociale, più di 23 coinvolte, per rimettere al centro l’accoglienza e l’inclusione come strumenti per generare benessere e sviluppo del territorio.

Un lavoro in rete, dunque, che ha bisogno di essere programmato e diffuso attraverso un piano operativo che dia continuità al polo, inteso come luogo dove l’accoglienza e l’inclusione diventano organizzate, funzionali e messi al servizio delle persone in una logica ampia di coesione sociale.

L’incontro è organizzato in rete con i progetti Prisma e Com In. 4.0. – Competenze per l’integrazione.


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