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Qualità della vita 2024: l’Italia è sempre più spaccata. Catania al 98° posto

La prima tendenza confermata dallo studio è la frattura tra il centro-nord, più resiliente rispetto agli eventi in corso, e l’Italia meridionale e insulare, caratterizzata da una preoccupante vulnerabilità

Milano è in testa alla classifica delle città italiane per qualità della vita stilata dall’indagine annuale per il 2014 di ItaliaOggi e Ital Communications, in collaborazione con l’Università Sapienza di Roma e giunta alla 26esima edizione.

Servizi, soglia di reddito, infrastrutture, vitalità del tessuto produttivo, questi i principali elementi di qualità che devono contraddistinguere un centro urbano di grandi dimensioni. Dietro a Milano c’è Bolzano, mentre in fondo alla classifica c’è Caltanissetta (107esima), assieme a Reggio Calabria (106esima, ha perso 11 posizioni dal 2023) e Agrigento (105esima, caduta di un posto rispetto all’anno precedente).

Lo studio mette in evidenza le città italiane che offrono le migliori condizioni di benessere ai propri abitanti e si articola in nove dimensioni d’analisi: affari e lavoro, ambiente, reati e sicurezza, sicurezza sociale, istruzione e formazione, popolazione, sistema salute, turismo, reddito e ricchezza.

La prima tendenza confermata dallo studio è la frattura tra il centro-nord, più resiliente rispetto agli eventi in corso, e l’Italia meridionale e insulare, caratterizzata da una preoccupante vulnerabilità.

In Sicilia il miglior risultato è della provincia di Ragusa, all’87° posto a livello nazionale, segue Trapani (92), poi Enna (97, che migliora di tre posizioni rispetto allo scorso anno) e subito dopo Catania (cinque posti in più dal 2023). La provincia di Palermo al 100° posto, poi Siracusa al 102, Messina al 103, Agrigento 105 e Caltanissetta 107.

“Lo studio di Italia Oggi e Ital Communications si articola in 93 indicatori di base che raggruppano elementi come il lavoro, gli affari, la sicurezza, l’ambiente e la giustizia – spiega Marino Longoni, condirettore di ItaliaOggi-. Dalla ricerca di quest’anno emerge principalmente il divario tra Centro-Nord e Sud Italia, dove si evidenziano ampie sacche di disagio sociale, e vediamo inoltre la conferma di un elemento già presente negli anni passati, ovvero la crescita delle città metropolitane”.


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