In tendenza

L’appello dei volontari dell’Aisc: “i pazienti siciliani con scompenso cardiaco trovano difficoltà di accesso alla terapia: serve un modello di sanità partecipata”

Si fanno portavoce delle donne e degli uomini siciliani che soffrono di scompenso cardiaco i volontari dell’AISC, l’Associazione italiana degli scompensati cardiaci, che sabato ha organizzato alla Baia Verde un congresso

“I pazienti siciliani con scompenso cardiaco trovano una certa difficoltà di accesso alla terapia, che è vita e non certo un lusso. Se questa non è subito accessibile rischiano la vita”. Si fanno portavoce delle donne e degli uomini siciliani che soffrono di scompenso cardiaco i volontari dell’AISC, l’Associazione italiana degli scompensati cardiaci, che sabato ha organizzato alla Baia Verde un congresso sul tema “L’accesso alle cure dei pazienti con scompenso cardiaco”, nel corso del quale è stato lanciato un appello anche da Maria Rosaria Di Somma che si è fatta portavoce dei pazienti: “La Regione Siciliana assolve il suo impegno nei confronti dei pazienti però vorremmo far presente, in maniera propositiva, che con un sistema guidato dalla burocrazia non si può sostenere la spesa sanitaria. Il paziente non deve essere costretto ad affrontare un percorso ad ostacoli. Al contrario, più il paziente è tutelato, più la sanità stessa ne beneficia. Solo con la collaborazione e l’ ascolto del paziente, le istituzioni possono emettere soluzioni efficaci ed efficienti. Per questo noi proponiamo il modello di sanità partecipata”. La malattia è causata dall’ incapacità del cuore di pompare quantità di sangue adeguate alle necessità dell’organismo.

Il congresso era presieduto da Salvatore Di Somma, professore di Medicina Interna e direttore di Medicina Emergenza-Urgenza del Dipartimento di Scienze Medico-Chirurgiche e di Medicina Traslazionale dell’Università La Sapienza di Roma, che aggiunge: “In questo momento assistiamo a un cambiamento della sanità in Italia. L’ospedale non può essere capace di assolvere a tutti i bisogni di salute. In questa ottica le case di comunità prevedono la presenza delle associazioni dei pazienti. La buona sfida sarà quella del paziente che possa contribuire a migliorare le politiche sanitarie. Lanciamo dunque un appello affinché i decisori ascoltino i pazienti”.

I lavori sono stati condotti con la responsabilità scientifica del dottor Giuseppe Leonardi, cardiologo responsabile dell’ambulatorio dello Scompenso Cardiaco dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Policlinico Catania. Nel corso del panel, gli esperti e i clinici si sono confrontati con i pazienti dell’Aisc ma anche con gli esponenti delle istituzioni; tra i presenti all’incontro, c’erano anche deputati nazionali e amministratori locali.

A margine dei lavori, è intervenuta anche Angela Cerro, paziente iscritta Aisc: “La diagnosi per noi pazienti scompensati cardiaci arriva più precocemente grazie ai centri specializzati e alle informazioni veicolate dalle associazioni come Aisc – ha detto- Alla ricerca chiediamo la formulazione di farmaci sempre più innovativi che aiutino ad affrontare i disturbi della malattia che sono subdoli e non sono sempre capiti. Siamo costretti a vivere al rallentatore, pena l’affanno e la mancanza d’aria. Al sistema sanitario chiediamo invece che tutti i pazienti possano ricevere le stesse cure e nei momenti appropriati”. Il convegno ha contato sul contributo non condizionante di Boehringer Ingelheim, Bayer e AstraZeneca.


© Riproduzione riservata - Termini e Condizioni
Stampa Articolo


© Riproduzione riservata - Termini e Condizioni